rassegna stampa roma

Una notte da Magica

(Il Romanista-S.Romita) Se ti chiami Magica c’è un motivo. Non ci si infila un aggettivo tanto pesante e impegnativo così tanto per dire. Perchè non si sa cosa indossare. Sei magica perché sei in grado di compiere qualunque impresa.

Redazione

(Il Romanista-S.Romita) Se ti chiami Magica c’è un motivo. Non ci si infila un aggettivo tanto pesante e impegnativo così tanto per dire. Perchè non si sa cosa indossare. Sei magica perché sei in grado di compiere qualunque impresa.

Sei capace di prendere per mano qualunque sogno e trasformarlo in realtà. Perché come gli dei della Nuova Guinea sai prendere creta, legno e foglie e farli diventare uomini adatti a terreni inaccessibili, dove anche gli uccelli si chiamano Paradiso.

E nella notte, come gli dei, crei e ottieni le tue “invenzioni” migliori. Magico e misterioso di per sé, il buio, specie se infranto di colpo da riflettori e curve lontane, ti è congeniale. E la lupa che è in te, alza le orecchie e socchiude gli occhi per veder meglio la gola delle sue prede. L’esatto punto dove affondare le mascelle e chiudere la partita. Il tuo punto esatto domani è Donetsk. Ma l’avevano chiamata “Stalinonsochè” per via della grande madre Russia. Tu, che anche se giochi con la maglia bianca, arancio, nera o a torso nudo sei sempre per noi con la classica rossa col bordino giallo, non temere. Sei andata in passato ben oltre il carbone e l’acciaio di quei luoghi. E hai fatto abbassare la testa e lo sguardo a ben altri avversari. Devo ricordarti io che per giungere ai quarti hai preso a schiaffi il Real Madrid? Hai parlato agli iniziati Caprari e Sabelli, che come tutti gli iniziati verranno portati nei luoghi della maturità di notte, di quelle incredibili con Barcellona e Chelsea? Di come si può, se si crede, ottenere ciò che si vuole? Di come si stende Doni per arrivare agli angoli bassi, dove le vertebre fanno male e di come Taddei, d’incanto si crede veramente un brasiliano? Noi siamo lì con te. Lungo il fiume dove Massimo Mauro ci dà già per spacciati. E dove Totti si ribattezzerà gettando il cellulare alle ortiche. Da dove risaliremo per far festa tutti insieme. In un notte da grande Casa degli Spiriti. Intorno al palo centrale (che guarda caso in tutte le tradizioni culturali del mondo si deve erigere scrupolosamente di notte) in cui avremo intagliato un’altra impresa della nostra tribù da tramandare nelle notti di gelo. Per bere e riposare stanchi. Feriti forse. Ma a posto con noi stessi e con la nostra storia. E attendere poi qualche giorno per sistemare alcuni fastidiosi parenti che devono tornare al loro posto. Insomma, hai capito che cazzo di notte ci attendiamo, o no? Forza Roma!