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Totti, a Bologna una gara speciale

(Il Romanista – D.Giannini) – «Adesso la cosa più giusta è pensare al Bologna». Francesco Totti lo aveva detto giovedì sera, a caldo, subito dopo essersi congratulato con i compagni per la vittoria contro la Juventus. La sua testa...

Redazione

(Il Romanista - D.Giannini) - «Adesso la cosa più giusta è pensare al Bologna».Francesco Totti lo aveva detto giovedì sera, a caldo, subito dopo essersi congratulato con i compagni per la vittoria contro la Juventus. La sua testa era già lì, al Dall’Ara.

Alla partita che può far proseguire il momento felice della Roma, reduce da 7 vittorie nelle ultime 8 uscite. A Torino avrebbe voluto esserci anche lui, e invece è dovuto restarsene a riposo per colpa della maxi squalifica in coppa. Uno stop forzato che avrà fatto impennare la sua voglia di giocare, di essere protagonista. Come lo è stato contro il Cagliari (e non solo per il gol su rigore), come lo è stato quasi sempre contro il Bologna. Una squadra che gli ha spesso portato fortuna, che lo ha ispirato. Era il 16 aprile del 2000 e la Roma stava vincendo 1-0 all’Olimpico con una rete di Montella. Calcio di rigore, Francesco va sul dischetto e fa le prove della semifinale europea contro l’Olanda. Tocco sotto, Pagliuca va per terra mentre la palla si infila morbida. Un momento da ricordare perché è il primo rigore a cucchiaio della sua carriera. Pochi mesi e la storia si ripete, anche se non dagli undici metri. Ed è una rete spesso sottovalutata nella sua importanza.

Prima giornata di un campionato in cui c’è solo unapossibilità: vincere per strappare lo scudetto a quegli altri. Pochi giorni prima c’era stata la contestazione per l’eliminazione in coppa Italia e dopo 47 minuti il risultato è ancora fermo sullo 0-0. Poi ci pensa lui in pieno recupero del primo tempo: stacco di testa in controtempo in mezzo a mille avversari e palla all’angolino. Gol, la Roma si sblocca, vince e vola verso il tricolore. Quello che è sfuggito per poco nel 2003-2004, quando l’ultima Roma di Capello andò a Bologna dopo il derby vinto con il tacco di Mancini. E fu dominio assoluto: un 4-0 ispirato dalla prodezza di Francesco che diede il via alle danze con un bolide di sinistro al volo dal limite dell’area. Roba da spellarsi le mani dagli applausi. Forse meno bello (ma di poco), quello dell’8 novembre 2008 che portò in vantaggio la Roma prima che un autogol di Cicinho fissasse il risultato sull’1-1. Per lui fu un gol importantissimo, perché fu il primo su azione (ce n’era stato uno su rigore contro l’Udinese due settimane prima) dopo l’infortunio al crociato dell’aprile precedente. Un gol su azione, quello che tanto gli manca anche adesso. Perché l’unico di questa stagione è arrivato nella orribile trasferta di Palermo. Perché segnare alla sua maniera lo aiuterebbe a dimenticare del tutto la tristezza degli ultimi tempi. Un gol alla Totti, da festeggiare come si deve, anche se il 250esimo con la maglia della Roma è già passato. Ma ci sono altri traguardi da raggiungere: i 200 in A, ad esempio. Che distano solo 5 lunghezze. Sono invece 10 quelli da Roberto Baggio, per salire al quinto posto nella classifica dei marcatori di tutti i tempi del nostro campionato. Ma soprattutto c’è uno scudetto da andarsi a prendere. Da oggi, da Bologna. Dalla sua partita particolare.