(Gazzetta dello Sport) I capelli bianchi, gli occhiali, una faccia tonda rassicurante. Il prossimo presidente della Roma dovrebbe chiamarsi Thomas Richard DiBenedetto. Un signore sulla sessantina, di Boston. Un businessman italoamericano, laureato in Economia al Trinity College.
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Tom, dal baseball all’intelligence
(Gazzetta dello Sport) I capelli bianchi, gli occhiali, una faccia tonda rassicurante. Il prossimo presidente della Roma dovrebbe chiamarsi Thomas Richard DiBenedetto. Un signore sulla sessantina, di Boston. Un businessman italoamericano, laureato...
È un uomo di sport— dal 1978 azionista di minoranza dei Red Sox di baseball e partner di società leader nel management sportivo — con uno spiccato senso degli affari. Fondatore e maggior azionista del Boston International Group e della Junction Investors Ltd, chairman del board di Jefferson Watermann. È nel giro da 40 anni e ha fatto fortuna con gli hedge fund e l’immobiliare, le telecomunicazioni e la sicurezza nazionale. Le sue società forniscono servizi di intelligence a diversi governi. Ha avuto successo pure con la telefonia mobile e perfino con la depilazione a luce pulsata, commercializzata anche in Italia. Fa la spola tra Boston e Miami, è sposato con Linda e ha cinque figli. Uno, Thomas Austin, è un giocatore di baseball, uno shortstop: difensore tra seconda e terza base, nel 2008 fu anche preso dai Red Sox, ma non ha mai sfondato in Major League.
Gli altri I suoi compagni di avventura hanno molteplici interessi e tanti soldi. C’è chi ha fatto fortuna con i sistemi di sicurezza, chi con i fondi di investimento e un costruttore, italoamericano pure lui, che ha riqualificato i sobborghi di Miami. Hanno le idee chiare sulla Roma, un progetto a lunga scadenza: vogliono farne una «media company» , così la chiamano. Una società all’avanguardia per prestazioni sportive e marketing, struttura e sfruttamento del merchandising. Hanno in mente un organigramma di primo livello, promettono la rivoluzione.
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