rassegna stampa roma

Sussurri e grida la Roma sul filo

(Corriere dello Sport – G.D’Ubaldo) – Una stagione tribolata, co­minciata male, nonostante l’entu­siasmo per la conferma di Nicolas Burdisso e l’arrivo di Marco Bor­riello nelle ultime ore di mercato.

Redazione

(Corriere dello Sport – G.D’Ubaldo) - Una stagione tribolata, co­minciata male, nonostante l’entu­siasmo per la conferma di Nicolas Burdisso e l’arrivo di Marco Bor­riello nelle ultime ore di mercato.

Tensioni, liti, mugugni. Sono stati mesi difficili e i giocatori coinvolti sono stati numerosi. Ranieri già durante il ritiro aveva predicato pazienza: «Tutti devono accettare la panchina. Altrimenti non si va lontano ». Per chi è abituato a sen­tirsi titolare e a fare sacrifici per giocare anche quando non è al cen­to per cento è un discorso difficile da accettare. Così i primi problemi di gestione non hanno tardato ad arrivare. Totti, sostituito contro il Ca­gliari, il Ba­yern e l’Inter, quando lascia il campo all’Olimpi­co contro i nerazzurri non si ferma in panchina. Il giorno dopo si ricu­ce in qualche modo lo strappo con Ranieri. Contro l’Inter, era solo il 25 settembre, un altro campanello d’allarme. Adriano ci impiega un po’ troppo a spogliarsi per entrare nei minuti finali. Ranieri alla fine perde la pazienza e gli preferisce Baptista. A Napoli il sostituto di turno è Borriello. Quando il tecnico chiama la sostituzione l’attaccante resta sorpreso. «Chi, io? ». Nel dopo partita Ranieri giustifica la sostitu­zione dicendo che Borriello era stanco, il giocatore assicura di no. EQUILIBRI - L’arrivo di Borriello scompagina un complesso equili­brio di tetto salariale. Il centravan­ti mantiene lo stesso ingaggio che aveva al Milan, qualcuno dei big al­la Roma guadagna di meno. Non mancano segnali di insofferenza. E il un complesso equili­brio di tetto salariale. Il centravan­ti mantiene lo stesso ingaggio che aveva al Milan, qualcuno dei big al­la Roma guadagna di meno. Non mancano segnali di insofferenza. E il 19 ottobre arriva il primo capi­tombolo interno. Il Basilea espugna l'Olimpico. Il giorno dopo Rosella Sensi a Trigoria chiede la fiducia per Ranieri alla squadra. Si espone Totti, spiazzando qualche compa­gno. «Non possiamo cambiare alle­natore ogni anno ». Nicolas Burdis­so espone civilmente all’allenatore alcune critiche in chiave tattica. Si apre poi il caso Pizarro. Un inamovi­bile non solo con Spalletti, ma anche nella prima stagione di Ranieri. Qualche problema fisico e la sopraggiunta incom­patibilità tattica con De Rossi (fino allo scorso anno non era così), al­lontanano il cileno dalla formazio­ne titolare. La sua ultima partita il 28 novembre a Palermo. Poi fuori e un lungo periodo di riabilitazione in Cile, da legare alle vacanze di Natale. Il Pek, uno che conta all’in­terno dello spogliatoio, ha avuto un acceso scambio di opinioni con Ra­nieri, che non ha neppure seguito la sua partita con la Primavera del­la scorsa settimana, test che prelu­de al ritorno in squadra. Adriano non trova spazio e sbuf­fa. Gioca titolare contro il Chievo, si riscalda senza entrare a Cluj. Due giorni dopo a Trigoria saluta tutti e svuota l’armadietto. Lo con­voca il presidente che lo costrin­ge/ convince a restare. Rigioca a Milano il 18 dicembre poi parte per il Brasile e tra un visto scaduto e uno zio che sta male torna abbon­dantemente in ritardo. ANNO NUOVO - Gennaio è il mese di Vucinic. Chiede personalmente a Rosella Sensi, nel corso di un collo­quio riservato, di essere ceduto. Non ottiene il via libera e il 14 gen­naio ha uno scontro verbale con Ranieri durante l’allenamento. Due giorni dopo parte titolare a Cesena e quando vie­ne sostituito prende a calci la borsa dei medicinali. Ranieri ha il tremendo compito di te­nere a galla la Roma nono­stante le questioni societarie che diventano sempre più pressanti. Non è facile gestire una situazione come questa e non è facile accon­tentare tutti i giocatori. Così negli ultimi tempi ci rimangono male an­che Brighi, che è più in forma di qualche big ma resta sempre in panchina e Lobont, che dopo esse­re stato “battezzato” il secondo di Julio Sergio nelle ultime settimane si ritrova in tribuna. Nuove gerar­chie che mettono in imbarazzo pu­re il portiere titolare, che con il ro­meno alle sue spalle si sente sicuro, mentre con Doni avverte la pres­sione.