(Il Messaggero) E’ il giorno del giudizio per Daniele De Rossi.
rassegna stampa roma
De Rossi, il giorno del giudizio
(Il Messaggero) E’ il giorno del giudizio per Daniele De Rossi.
Che stavolta si aspetta la maxi squalifica, da scontare in Europa l’anno prossimo, per il colpo proibito rifilato a Dario Srna, nel primo tempo di Shakhatar-Roma di Champions, martedì 8 marzo a Donetsk, sfuggita all’arbitro inglese Webb e al suo assistente Kirkup che, va precisato, non hanno inserito nel referto la gomitata del giocatore giallorosso, nella circostanza anche capitano.
È stata, però, l’Uefa a chiedere alla commissione disciplinare di utilizzare la prova tv per giudicare la gravità dell’intervento. Nel pomeriggio (al massimo domani mattina), da Nyon, arriverà la stangata per il centrocampista: minimo 3 turni di stop, ma potrebbero essere anche 4, quanti già ne prese nel 2006, durante il mondiale in Germania, gomitata a McBride in Italia-Usa.
Quel giorno a Kaiserslautern, l’arbitro Larrionda punì il romanista con il cartellino rosso, valutando già in campo la scorrettezza. Le quattro giornate di squalifica dipesero anche dal ferimento dell’avversario. A Donetsk, invece, Srna non ha riportato lesioni e questo potrebbe alleggerire la posizione di De Rossi. Di sicuro la Roma, assistita nuovamente dal legale spagnolo Crespo, farà ricorso, presentando anche l’intervista televisiva rilasciata, a fine gara, di Mircea Lucescu, tecnico dello Shakhtar, sincero nell’ammettere che il suo giocatore, tra l’altro il capitano della squadra, aveva provocato. Bisogna al tempo stesso ricordare che, per la giustizia sportiva, la provocazione non è attenuante (lo fu solo per Zidane, quando colpì con una testa Materazzi nella finale Francia-Italia a Berlino, sempre nel mondiale 2006: ma quella venne catalogata come sentenza politica).
In più, a rendere meno difendibile Daniele davanti ai giudici di Nyon, c’è il precedente della gara d’andata contro lo Shakhtar, quando nella ripresa il centrocampista colpi in area di rigore Chygrynskiy. Il club ucraino, presentando un filmato televisivo, chiese la prova tv. Ma grazie al grande lavoro dell’avvocato Crespo subito incaricato della difesa da Montali e dalla Mazzoleni, il mediano riuscì a ottenere il perdono dalla Disciplinare. La squalifica annunciata avrà quasi sicuramente una ripercussione immediata: De Rossi perderà, per il momento, la Nazionale. Domenica Prandelli dovrà ufficializzare i convocati per la partita Slovenia-Italia, in programma a Lubiana il 25 marzo, valida per le qualificazioni a Euro 2012, e per l’amichevole Ucriana-Italia del 29 marzo a Kiev. «Se Prandelli non mi chiamerà, prenderei la decisione come un premio. Come un turno di riposo» la pronta replica di Daniele che aspetta di conoscere dal cittì i motivi dell’esclusione, per la verità, già evidenti. Sarebbe l’applicazione del codice etico: Prandelli nei mesi scorsi rinunciò a Cassano che aveva insultato in pubblico il presidente Garrone.
De Rossi, domenica alle ore 12,30 al Franchi, giocherà la prima delle 9 partite-finali per la zona Champions, per partecipare a quella competizione che Daniele, almeno inizialmente, dovrà saltare per squalifica. La verità è che nemmeno con l’ambiente giallorosso il periodo è favorevole. E non ci riferiamo alla squadra, dove i rapporti per il centrocampista restano quelli di prima.
La sua amarezza dopo il derby deve far riflettere. Il suo contratto scade il 30 giugno del 2012 e se i nuovi proprietari non lo dovessero mettere al centro del progetto potrebbe cominciare a prendere in considerazione l’addio: «C’ero già passato però, la differenza è che prima le critiche eccessive venivano da fuori, stavolta vengono da casa mia. Questo mi fa male, ma vado avanti perché ho la mia famiglia. E i miei compagni: sono loro la cosa più preziosa che ho. Da un anno e mezzo le cose che mi inorgogliscono di più le sento arrivare da fuori Roma. Prima qui mi coccolavano, ora è cambiato un pò il vento, perché qui a Roma sta cambiando qualcosa». Senza dover ricordare lo sfogo di San Siro sui «papponi che comandano a Trigoria». Nessuno lo ha dimenticato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA