(La Gazzetta dello Sport - A.Catapano e S.Boldrini) - La Roma del 2011, la Roma che scende in campo — figlia della crisi economica, della palude societaria, delle guerre di riposizionamento, dell’attesa ormai pluriennale dei Re Magi,
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Si ricomincia…
(La Gazzetta dello Sport – A.Catapano e S.Boldrini) – La Roma del 2011, la Roma che scende in campo — figlia della crisi economica, della palude societaria, delle guerre di riposizionamento, dell’attesa ormai pluriennale dei Re Magi,
che portino solo oro però — è e sarà nei prossimi mesi una ricerca continua di equilibri, una quotidiana alternanza di sedute tattiche e psicanalitiche, un «tetris» in cui l’incastro dei pezzi si fa sempre più complicato, come nel videogioco, e delicato, come in una cristalleria. La Roma è forte ma fragile, ha tutti i mezzi per sfondare ma alle volte è bloccata dalle sue insicurezze, è piena di talenti ma deve riuscire a domarli. È una ricetta— questa Roma — ricca e misteriosa, dove ogni ingrediente determina il successo del piatto. È una pentola I successi della squadra dipendono dagli equilibri dello spogliatoio. Oggi pomeriggio le prime scelte del tecnico a pressione, dove la temperatura è sempre al limite, sul punto di scoppiare. Deve essere bravo, e attento, il cuoco. Duelli e miserie umane Almeno due grandi gruppi, con le sembianze dei clan. E poi gruppetti, coppie, cani sciolti, giovani rampanti e senatori meno autorevoli.
Duelli nobili e miserie umane. Come in ogni spogliatoio, ma qui si ha l’impressione che a volte le rivalità travalichino il buon senso e la professionalità. Stiamo agli ultimi giorni, De Rossi che parla impunemente di «papponi» , che mette idealmente Doni al posto di Julio Sergio. Pizarro che parte per il Cile e vorrebbe non tornare più. Adriano che ne inventa una al giorno per perdere l’aereo. Mexes che giura di non aver ricevuto alcuna proposta di rinnovo. Un duro lavoro per Ranieri, ma se lo è scelto e viene lautamente pagato. A questo punto — con la barca in mezzo al guado, raddrizzata dal sorteggio con lo Shakhtar e dalla vittoria a Milano— dipenderà da lui, dalle sue capacità, anche e soprattutto umane, se la Roma sfonderà o salterà, se la pentola reggerà la temperatura, se gli ingredienti raggiungeranno l’amalgama, se la competizione interna non produrrà guerre fratricide.
Prime scelte Casi, spine, nodi, chiamateli come volete. Riuscirà Ranieri a recuperare Pizarro, quando e se tornerà? Proteggerà il posto di Julio Sergio dalle mire di Doni, se questo non sarà venduto? Come gestirà il reintegro di Simone Perrotta, un ex senatore finito nel dimenticatoio tra infortuni a ripetizione e silenzi inquietanti? E il turnover in attacco? Lì davvero bisogna andarci coi piedi di piombo. È un reparto di varia umanità quello. I mugugni di Totti, sempre più pesanti. L’impertinenza di Borriello, che aumenta con lo scorrere dei gol. La pigrizia di Vucinic, che più non gioca e più si impigrisce. L’ambizione di Menez, che si farà enorme con la crescita. Il peso di Adriano, e chissà come tornerà da due settimane in Brasile. Oggi, contro l’Atletico, Ranieri farà le prime scelte del nuovo anno. È solo un’amichevole, ma qualcosa si comincerà a capire. Non ha avuto nemmeno bisogno di fare pretattica.
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