(Il Tempo - A.Austini) «Neanche a 20 anni stavo così bene». La seconda giovinezza di Totti resta l’unica certezza della Roma sospesa tra un presente traballante e un futuro tutto da scoprire.
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Seconda giovinezza
(Il Tempo – A.Austini) «Neanche a 20 anni stavo così bene». La seconda giovinezza di Totti resta l’unica certezza della Roma sospesa tra un presente traballante e un futuro tutto da scoprire.
Quel «ragazzino» di 34 anni continua a tenere in piedi da solo una stagione che senza di lui sarebbe già stata etichettata come un fallimento. A Udine è arrivata la terza doppietta nelle ultime quattro partite: ovvero tutti i gol segnati dalla Roma dal derby in poi. Una soddisfazione enorme per il capitano che mai come quest’anno si è dovuto sorbire i soliti noiosi ritornelli dei maligni: «È finito», «è un peso», «non è più decisivo» etc. etc. Ha smentito tutti con i fatti, per la felicità di Montella e della prossima società americana che può ancora sperare di iniziare il nuovo progetto con la Champions in tasca: ora i punti dal quarto posto sono 4 e si profila un’intrigante volata contro i «cugini» laziali. Domenica notte per la prima volta il numero 10 giallorosso ha parlato del suo futuro presidente.
«DiBenedetto mi ha definito un mago. È una parola bella e "pesante" allo stesso tempo, ma contro l’Udinese è tutta la squadra che ha fatto la magia. Spero che ora gli americani mettano questa "benedetta" firma. Se direi sì ad una chiamata di Prandelli? La Nazionale non fa più per me: voglio pensare a Udinese e Lazio, che sono le nostre rivali per il quarto posto». C’è solo la Roma nella sua testa. Adesso e fino a quando giocherà. «Spero - l’augurio del capitano - di esserci ancora quando arriverà Ancelotti: lui ha sempre detto che prima o poi riuscirà ad allenare la Roma». L’anno prossimo? Difficile ma non impossibile. Fargli trovare una squadra qualificata in Champions sarebbe il modo migliore per convincerlo. Con questo Totti si può. Un giocatore completamente trasformato rispetto all’inizio della stagione, grazie alla dieta ferrea che gli ha fatto perdere i 4-5 chili di troppo e un lavoro supplementare durante la settimana.
La svolta è coincisa con l’arrivo di Montella: Totti è tornato al posto suo nell’unico modulo in cui la squadra si riconosce. Da centravanti «atipico» il capitano ha ricominciato a segnare - 7 reti con l’Aeroplanino in panchina, uno ogni 75 minuti - e a far giocare meglio i compagni. «Non sono mai stato così bene» conferma il simbolo romanista: il cucchiaio che non sfoggiava da oltre tre anni è la prova del suo stato di grazia. I numeri del «sempreverde» Totti fanno paura: con la doppietta di Udine si è ripreso lo scettro di capocannoniere giallorosso in campionato, salendo a 11 e superando Borriello fermo a 10 da oltre due mesi. Per la dodicesima volta in carriera, la nona consecutiva, Totti va in doppia cifra: nella storia della serie A soltanto il «mito» Piola ha fatto meglio con 15 stagioni da almeno 10 gol. Intanto Baggio è a portata di mano: altri due gol e l’aggancio al «Codino» a quota 205 reti sarà cosa fatta. Ma Totti guarda già oltre: al terzo gradino del podio dei marcatori di sempre occupato dal tandem Altafini-Meazza con 216 gol. E se la seconda giovinezza dura a lungo, anche i 225 centri di Nordhal sono lì, a portata di piede. Il piede del Mago senza età.
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