(Il Romanista) - Entro fine mese scadrà il termine per la presentazione delle offerte vincolanti per la Roma e un articolo apparso ieri su Il Manifesto fa il punto della situazione, facendo per la prima volta i nomi degli eventuali acquirenti americani interessati alla società giallorossa e anche alla possibilità «di costruire uno stadio di proprietà».
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Saranno certo italo-americani i nuovi proprietari della Roma
(Il Romanista) – Entro fine mese scadrà il termine per la presentazione delle offerte vincolanti per la Roma e un articolo apparso ieri su Il Manifesto fa il punto della situazione, facendo per la prima volta i nomi degli eventuali...
Nell’articolo a firma di Paragnani si legge: «Sembra certo che proprio l’AS Roma, giunta negli anni ad un passo da magnati russi e americani, sia la prima società di calcio di spicco a passare in mani straniere. Presso lo studio legale Tonucci sembra siano rappresentate due delle offerte non vincolanti pervenute sul tavolo di Unicredit, ambedue statunitensi. Della prima offerta made in Usa si conosce poco, anche se si sussurra che il nome dell’imprenditore coinvolto sia di assoluto rilievo, tanto da far ritenere a molti che dietro di essa si celi il vero favorito a procedere all’acquisizione. Qualcuno fa coincidere il ritorno nella capitale dell’avvocato newyorkese Joe Tacopina, già coinvolto nella fase di start-up del fallito assalto alla Roma del pool Ics/Soros, come un possibile ritorno in scena del magnate di origine ungherese che fece sognare i tifosi della Roma. Tacopina, solitamente ciarliero e a proprio agio con taccuini e telecamere, ha scelto stavolta di restare in silenzio, forse per non violare l’accordo di strettissima privacy che hanno sottoscritto i concorrenti al pacchetto di maggioranza della società giallorossa. L’altra offerta - si legge ancora - sembra sia stata portata all’attenzione di Rothschild e Unicredit da una cordata a stelle e strisce composta principalmente da John Mara e Steve Tisch (padroni dei New York Giants) e di Woody Johnson (owner dei Jets), pronti ad esportare la loro esperienza nel ramo del merchandising. Sembra che chi la spunterà tra queste due offerte sarà il futuro proprietario della Roma. Unici ostacoli alla chiusura definitiva sembrano essere le incertezze degli americani sui tempi di approvazione della legge che dovrebbe facilitare l’iter di realizzazione degli stadi di proprietà, legge che ha subito un nuovo e non del tutto inatteso stop in commissione cultura alla Camera. Altra preoccupazione dei possibili acquirenti le conseguenze del fair-play finanziario imposto da Platini e che la Uefa introdurrà dalla stagione 2013-2014. Ad affiancare gli investitori a stelle e strisce della East Coast e diventare così il ventiduesimo Presidente della Roma, secondo insistenti rumors, sarebbe infatti una vecchia conoscenza tra i pretendenti al trono di Rosella Sensi, cioè l’imprenditore farmaceutico Francesco Angelini. Senza il sostegno del suo gruppo, che sarebbe tenuto fuori dall’acquisizione per non rischiare alle tre figlie femmine un destino analogo a quello della ItalPetroli smembrata e finita in mano alle banche, Angelini sarebbe l’ideale partner per aiutare un pool di imprenditori così lontani dalla mentalità italiana a districarsi nelle beghe burocratiche di enti locali e di una Lega Calcio molto, troppo sensibile ai consolidati equilibri finanziari e politici. Senza contare che, con la soluzione-Angelini sarebbe salvaguardata la “romanità” della guida societaria». Nel frattempo rimane sempre viva l’ipotesi fondazione, che prevederebbe una cordata di liberi imprenditori disposta a rilevare la società. Sono giorni decisivi, in cui si lavora sotto traccia nell’attesa che, entro il 31 gennaio, le carte vengano definitivamente svelate.
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