(Corriere dello Sport-P.Torri) «Sapessimo qual è il problema, lo avremmo già risolto ». Quante volte avete letto questa frase, o una similare, in risposta a una domanda su quale fosse il problema di una squadra in crisi?
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Roma un altro finale choc
(Corriere dello Sport-P.Torri) «Sapessimo qual è il problema, lo avremmo già risolto ». Quante volte avete letto questa frase, o una similare, in risposta a una domanda su quale fosse il problema di una squadra in crisi?
Crediamo innumerevoli. Con la Roma di quest’anno, però, che non può rispondere alla stessa maniera. Perché c’è un aspetto chiarissimo come risposta. C’è un problema che è il Problema. NUMERI -Ci sono nove rimonte subite e venti gol subiti a spiegarlo in maniera ragionevolmente certa. La Roma di questa stagione dura sessanta, settanta minuti, poi, spesso e poco volentieri, evapora al cospetto di squadre che corrono di più, arrivano prima sul pallone, mostrano con evidenza una condizione fisica decisamente migliore. In più c’è un gruppo di giocatori, ieri contestati prima, durante e dopo la gara a eccezione del capitano, che sta ribadendo una fragilità nervosa che si era evidenziata anche negli anni passati. Sarebbe il caso che tutti, nessuno escluso, facciano una presa di coscienza perché non qualificarsi per la prossima Champions League in un campionato come questo, vedrebbe tutti sul banco degli imputati. La carenza della condizione fisica, è evidenziata in maniera incontrovertibile anche dai numeri. In particolare quello sui gol al passivo. La Roma in questa stagione in trentasette partite ufficiali, ha subito la bruttezza di cinquantasette reti, in pratica un gol e mezzo ogni novanta minuti. Già questo è un dato da mani nei capelli. Se poi si prende in considerazione l’ultimo quarto d’ora delle gare, il dato diventa esplicativo di quello che abbiamo sostenuto. Sono infatti addirittura venti i gol subiti negli ultimi quindici minuti, oltre il trenta per cento del totale, una percentuale che sta a lì a dimostrare come questa Roma troppe volte, in stagione, sia stata in balia degli avversari nelle parti finali delle partite. Dopo quello che era accadutoa Genova, in vantaggio di tre gol, poi sconfitta per quattro a tre, il copione si è ripetuto ieri, giallorossi in campo con il doppio vantaggio prima che Amauri tornasse quello che Lippi voleva portare alMondiale sudafricano, una doppietta dell’ex juventino e tanti saluti anche alla Roma montelliana. RIMONTE -Questa pericolosissima tendenza a scomparire nella parte finale delle gare, alla Roma è costata tantissimo anche dal punto di vista della classifica, una Supercoppa e una quasi compromessa qualificazione ai quarti di finale di Champions League. Per nove volte, infatti, i giallorossi, dopo essere passati in vantaggio, non sono riusciti a portare al novantesimo (più recupero) i tre punti. Sei volte è accaduto in campionato:in casa con Bologna, Brescia, Parma, tre volte lontano dall’Olimpico, Sampdoria, Chievo e Genoa. Sei possibili vittorie, si sono trasformate in quattro pareggi e due sconfitte, cioè quattro punti piuttosto che i potenziali diciotto. Guardate la classifica e vi renderete conto di come sarebbe potuta essere diversa la classifica se solo la Roma fosse riuscita a conservare la vittoria anche in solo quattro di queste sei gare. Il problema, Coppa Italia a parte, ha coinvolto la squadra anche in Supercoppa, vantaggio di Riise, coppa all’Inter. E pure in Champions, ininfluente il pareggio incassato a Cluj, pesantissima la sconfitta casalinga con lo Shakhtar. L’augurio è che da qui alla fine stagione non ci sia da aggiornare il dato delle rimonte.
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