rassegna stampa roma

Ranieri: «Noi non ci arrendiamo»

(Il Romanista-D.Galli) «È stato veramente un peccato perché la squadra aveva giocato bene. Si era trovata bene. Eravamo venuti con la voglia di vincere e lo stavamo facendo. Ora non ci arrendiamo, rimbocchiamoci le maniche e continuiamo a...

Redazione

(Il Romanista-D.Galli) «È stato veramente un peccato perché la squadra aveva giocato bene. Si era trovata bene. Eravamo venuti con la voglia di vincere e lo stavamo facendo. Ora non ci arrendiamo, rimbocchiamoci le maniche e continuiamo a lottare come stiamo facendo».

Ranieri non alza bandiera bianca, e la Roma nemmeno. Ma certo che digerire la sconfitta di Genova, mai come stavolta, è davvero tosta. Perché, mai come stavolta, la Roma non la meritava.

Il tecnico assolve Juan, processato da tutti per direttissima dopo le due castronerie che ci sono costate la sconfitta a Genova: «Sono stati due errori. Errori grandi, ma compiuti da un grande campione. E nell’arco di una carriera ci stanno».Juan è entrato nella ripresa per Mexes, che pure era pronto a giocare anche i secondi 45’: «Il dottore - spiega il tecnico - mi ha detto che aveva un indurimento al bicipite femorale, che era meglio non rischiarlo e mi ha detto di cambiarlo».

 

Ranieri assolve Juan, ma assolve pure Julio Sergio, che dopo il pasticcio del difensore è franato su Palombo: «Credo che il portiere, in questi casi, pensi a prendere la palla e se non arriva in tempo è calcio di rigore. Non mi sento di colpevolizzarlo. È stata questione di un attimo. La palla era passata e doveva lasciarlo andare. Purtroppo l’istinto...». Qualcuno non ha compreso la sostituzione di Menez: «Ho lasciato due che mi potessero garantire contropiede e praticità. I tre centrocampisti stavano già correndo tanto, Borriello è l’uomo che mi finalizza tutte le azioni e mi fa tenere palla e Mirko è l’uomo che ti risolve la partita con un colpo. È stata una decisione sofferta, proprio perché anche Menez è un giocatore che ti fa respirare, porta palla, si fa vedere, salta l’uomo. Come voltavo, voltavo male».

 

Questione Totti. Questione spinosa. Ranieri giustifica così l’ingresso di Francesco al 45’: «Pensavo che mancassero tre minuti più il tempo di recupero. Dovevamo tentare il tutto per tutto. Lo so che uno non si può sentire bene, ma credo sempre nel colpo del campione. Gli ho detto "provaci, basta una tua giocata per farci vincere". È stima questa, non mancanza di rispetto».

 

Un anno fa, abbiamo pagato il ko con la Samp con lo scudetto. «Sì, ma allora in tutte quelle vittorie poteva starci un passo falso. Noi il campionato lo abbiamo perso a Livorno. Dopo 26 risultati utili, prima o poi era possibile una sconfitta. Non sento il ko della Samp come quello che ci ha fatto perdere lo scudetto». Manca in trasferta quella continuità nei risultati che invece la Roma ha all’Olimpico. Ammette Ranieri: «Ora abbiamo la trasferta di Cesena. Se contiamo le partite in casa, siamo primi in classifica. Dobbiamo migliorare il trend fuori casa. Venivamo da tre vittorie consecutive, dobbiamo lottare fino in fondo e trovare continuità per rientrare

in corsa». Per farlo, non bisogna accusare il contraccolpo: «Dal punto di vista psicologico - sottolinea Ranieri - questa sconfitta non ci deve pesare. Quest’anno sta andando così. Io dico sempre che, se riesci a lottare nei momenti difficili, poi la fai girare dalla tua parte». Speriamo che giri presto. Perché otto punti dal Milan sono strarecuperabili.