(Il Romanista) «Mexes e Burdisso devono rientrare nella Roma del futuro ». DomenicoFioravanti, 34 anni il 31 maggio, due ori storici in vasca a Sidney 2000 e il tifo per la Roma a dispetto delle sue origini piemontesi - è nato a Trecate, ricco polmone della provincia di Novara - è convinto che al centro della difesa non siano indispensabili delle rivoluzioni.
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“La classe di Mexes indiscutibile, Burdisso è entrato nel cuore”
(Il Romanista) «Mexes e Burdisso devono rientrare nella Roma del futuro ». Domenico Fioravanti, 34 anni il 31 maggio, due ori storici in vasca a Sidney 2000 e il tifo per la Roma a dispetto delle sue origini piemontesi – è nato a Trecate,...
«Però mi domando - si chiede Fioravanti - se Philippe non abbia già firmato con il Milan. Se così fosse, mi auguro che venga acquistato un altro difensore dello stesso livello. Un altro campione». Ecco, questo è quello che l’oro di Sydney pensa che sia Mexes: un campione. «Mi piace più di Juan. Che magari sarà pure una bravissima persona, ma è troppo lento. E quando ti trovi nell’uno contro uno con un giocatore come Pato, faccio un esempio, sono dolori». Philippe ha un solo difetto: «E’ un po’ “fumantino”. Però credo che a questo possa pensarci l’allenatore. Un uomo non può stravolgere il proprio carattere, ma sicuramente può migliorarlo». Salvo eccezioni, vedi Cassano. Avverte Fioravanti: «Se ti fai espellere, e magari senza motivo, puoi procurare solo svantaggi. Lo stesso discorso vale per De Rossi, che recentemente in Champions ha perso le staffe. Sono dei professionisti – dice – e devono comportarsi come tali». Certo, la classe di Phil è indiscutibile. «Vedo che è migliorato sotto il profilo tecnico. A mio modo di vedere, a stimolarlo è stata proprio la concorrenza con Burdisso». Già, Burdisso. Fioravanti è rimasto stupito dalla facilità con cui Nicolas ha conquistato Roma e il cuore dei romanisti. «Si è integrato subito alla perfezione. Io me li terrei entrambi, sia Mexes che Burdisso. Non hanno più vent’anni, ma possono garantirci un futuro sereno. E intanto, magari, facciamo crescere qualche giovane che poi un giorno prenderà il loro posto».
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