rassegna stampa roma

“Francesco è un fuoriclasse vero in tutti i sensi. Non si può discutere”

(Il Romanista – P. Bruni) – Duecentouno gol e non sentirli. Unico, immenso, eccezionale e così reale da far invidia a molti. Gli aggettivi per Francesco Totti, ormai, si perdono nella notte dei tempi: da quel lontanissimo pomeriggio...

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(Il Romanista - P. Bruni) - Duecentouno gol e non sentirli. Unico, immenso, eccezionale e così reale da far invidia a molti. Gli aggettivi per Francesco Totti, ormai, si perdono nella notte dei tempi: da quel lontanissimo pomeriggio bresciano di diciotto anni fa quando il destino lo scaraventò in campo e concepì la stella più luminosa del firmamento giallorosso.

Da ragazzino prodigio a capitano, da affascinato ammiratore di Peppe Giannini fino alle due reti di Domenica contro Boruc: un calcio di rigore e un tiro di collo esterno per rincorrere l’ennesimo record di una carriera sublime. Dopo la festa del Franchi, ieri, sono arrivati i regali. Affettuosi riconoscimenti da chi lo ha incrociato professionalmente e, almeno per un istante, ha risposto nella sua classe sogni e speranze. Dino Zoff, il tecnico con cui condivise l’esperienza in Nazionale, intervenuto a “Radio Power station”, è stato il primo a coccolarlo: «E’ un calciatore straordinario i numeri dei gol parlano da soli, ho avuto modo di conoscerlo nell’Europeo del 2000 e si è sempre comportato alla grande, una persona per bene,quello che fa per beneficenza lo dimostra. Un campione vero in tutti i sensi». «Ha sempre avuto delle qualità straordinarie – continua l’ex Ct azzurro – e per fare 201 gol bisogna avere delle doti particolari. Doti che avevo notato e ho cercato di sfruttare. Avevo sentito voci che parlavano di un trasferimento America per finire la carriera ma lui é un uomo di Roma e della Roma e non cambierà squadra». Traspare emozione dalle parole di Zoff e una grande dose di rispetto verso un ragazzo, ora uomo, che si è sempre dimostrato un professionista esemplare: «Lui agli Europei (Belgio e Olanda nel 2000, ndc) è stato perfetto. Forse non aveva capito una sostituzione durante la partita con l’Olanda (staffetta con Del Piero, ndc) ma era già preventivato che entrasse dopo, puntavo tutto su di lui». Affettuoso, anche il tributo di Marcello Lippi: «Voglio mandargli un abbraccio è un campione e si merita i 201 gol che ha realizzato». Puntuale, poi, l’abbraccio ideale di  Carlo Mazzone ai microfoni di Sky Sport. Il "sor Carletto" fu l’allenatore che crebbe e gestì il numero dieci romanista nel periodo più delicato della sua carriera: «Sono felice per questo ragazzo perché bombardato dalla critica che non ho mai gradito, né condiviso. Sembra che i giocatori ad una certa età vadano in scadenza. Penso che detto da me abbia valore perché io non solo ho lanciato giovani, ma ho allungato la carriera ad alcuni calciatori maturi come Campanini all’Ascoli, Beppe Signori e Roberto Baggio».

Già, Roberto Baggio. Chi meglio di Mazzone può fare un paragone tra Totti e il suo prossimo obiettivo? «Il talento cristallino è quello che accomuna questi due grandi del calcio italiano, ma soprattutto parlerei del loro aspetto umano: due campioni di grande umiltà che non hanno mai fatto pesare a nessuno il loro talento. Con me si sono sempre comportati bene, è stato un privilegio poterli allenare». Poi Mazzone ritorna duro: «Tutti ci meravigliamo che Totti abbia fatto una gran cosa, ma vi faccio due domande: E’ stato messo nelle condizioni di fare grande finale di carriera? Vi sembrano giuste le feroce critiche nei suoi confronti? Ad esempio, nei confronti di Del Piero i giudizi sono ridimensionati. Forse come giocatore, senza fare il professore o lo scienziato, penso che Francesco nella sua carriera abbia fatto qualcosa in più del bianconero. Poi lui ha giocato sempre a Roma e l’altro con la Juventus, come dire: Juventus-Ferrari e Roma-Seicento.

Lo hanno fatto nero, qualcuno si fa grande criticando grandi personaggi in scadenza. Con lui il trattamento non è stato dei migliori. Non potrà fare tutte le partite come ieri (domenica, ndc) sennò è un mostro, ma spero sia rivisto». Un parallelo, quello fra Totti e Del Piero, punto focale delle dichiarazioni del presidente della Figc, Giancarlo Abete: «Sono due grandi giocatori che hanno contribuito al successo dell’Italia al Mondiale 2006 dove hanno segnato reti importanti con l’Australia e la Germania. Il fatto che loro siano ancora protagonisti però sta indirettamente a testimoniare che il problema ricambio è abbastanza complesso e non facile». Ora sotto a chi tocca, perché la strada verso il podio dei più grandi cannonieri del campionato italiano è ancora lunga e appassionante. Il prossimo obiettivo è Baggio, distante appena quattro reti e poi, di corsa, fino all’accoppiata Meazza-Altafini con 216 gol a testa. Più avanti c’è Gunnar Nordahl, lo svedese che giocò dal 1948 al 1958, mettendo il pallone in porta per 225 volte, quasi tutte con la maglia del Milan. Poi ci sarebbero i 274 centri (esclusi i 16 che segnò con la Juve nel primo torneo post bellico 1945-’46) di Silvio Piola, ma per ora restano lì. Per ora ci godiamo l’ennesimo record di Francesco. Tanto la musichetta negli ultimi diciotto anni è sempre la stessa: “Totti è un giocatore finito”, “Non è mai decisivo”,“Non ha vinto niente”, “E’ soltanto un coatto”, “E’ il male della Roma” e così via, fino alle duecentouno candeline (solamente in serie A). Venghino signori, venghino ci sono ancora diversi record da infrangere e moltissimi spigoli da rosicare.