(Gazzetta dello Sport - M. Calabresi) - E’ la storia del vino pregiato: più invecchia, più è buono. Simone Perrotta è usato garantito, un motore del ’ 77 che non arrugginisce. Domenica Pepe, Krasic e persino Grosso, gli sono sfrecciati accanto; contro i centometristi di Guidolin servirà correre, e parecchio.
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Perrotta, il gusto di restare romanista
(Gazzetta dello Sport – M. Calabresi) – E’ la storia del vino pregiato: più invecchia, più è buono. Simone Perrotta è usato garantito, un motore del ’ 77 che non arrugginisce. Domenica Pepe, Krasic e persino Grosso, gli sono...
A ognuno il suo lavoro: i due gol segnati in campionato all’Udinese (uno con il Chievo, uno con la Roma) saranno solo un dettaglio. Neologismo - Per lui, in passato, si scomodarono anche i linguisti del calcio: con Spalletti, Perrotta divenne «incursore» , instancabile faticatore di centrocampo pronto a inserirsi a meraviglia quando Totti accendeva la luce. Un’etichetta che si è portato dietro per anni, giocando nel frattempo in mille altri modi, nel centrocampo a rombo o da esterno, senza scrupoli. Se Montella, per Udine, scegliesse il 4-4-2 (Vucinic è alle prese con la lombalgia) o il 4-2-3-1 con Totti dietro Borriello, lui correrebbe. Metamorfosi - In principio fu un amore tormentato: qualche insulto a Piazza di Spagna nei primi mesi in giallorosso lo aveva quasi convinto a cambiare aria. Dalla rosa, poi, sono cadute le spine, e Perrotta è diventato un leader entusiasta e orgoglioso, carismatico ma mai appariscente. «Dopo che sei qui da tanti anni riesci a capire le situazioni – dice in un’intervista a La Roma -. Conosci le persone, si crea un rapporto particolare con la gente. E poi è il massimo rappresentare questa città, non potrei chiedere di più» .Apprezzato - Per una coppia di amici con cui non potrà, né vorrà più andare a cena(«Con Montella ci stavamo organizzando, ma ora non può esserci lo stesso rapporto tra calciatori» , scherza), ora c’è una città che lo rispetta e che lui ama. Una settimana fa, a Marino, si sono stupiti tutti nel vederlo in tribuna per una partita di dilettanti: «C’è il mio amico Manolo (Patalano, allenatore del Marino, n. d. r.), non potevo mancare» .Grazie presidente - Se Rosella Sensi lo ha scelto tra i pochi eletti quando si è trattato di capire i problemi della squadra, ringraziare la gestione uscente diventa quasi un dovere morale: «Mi piace ricordare il lavoro della famiglia Sensi, gli investimenti fatti per vincere lo scudetto e restare ai vertici, Tanti club si sono ritrovati a lottare per non retrocedere, noi no. Ora sono curioso di vedere che squadra faranno gli americani» . Sempre correndo, ha atteso il suo turno: le priorità erano altre, poi è arrivato il rinnovo fino al 2012, con opzione per l’anno successivo. Una certezza nell’incertezza.
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