rassegna stampa roma

Per Lotito è sempre derby

(Corriere dello Sport-D.Rindone) Lotito sfida la Roma: «Se gli americani dovessero portare idee in­novative ben vengano, ma quella dello stadio di certo non lo è, io ne parlo da sette anni.

Redazione

(Corriere dello Sport-D.Rindone) Lotito sfida la Roma: «Se gli americani dovessero portare idee in­novative ben vengano, ma quella dello stadio di certo non lo è, io ne parlo da sette anni.

Non è che arrivano loro e possono fare come vogliono. Stiamo a Roma, non in America, le paludi buro­cratiche italiane le conoscono tutti ». Lotito sfida la Roma, si gode il quarto posto e vuole difenderlo, nella sua ge­stione non ha mai concluso il torneo da­vanti ai romanisti. Lotito vuole vederci chiaro, il suo derby è iniziato da setti­mane, sin da quando Thomas DiBene­detto è sbarcato in Italia per chiudere l’operazione che l’ha portato ad acquisire il club. Il presidente della Lazio, a quanto assicura, non teme il confronto, non teme i dollari e i futuri inve­stimenti degli im­prenditori americani, pensa di sapere come rispondere. « Alla La­zio non cambia nulla - ha detto il patron ie­ri a Sky -mi auguro che comporti qualco­sa alla Roma, ma è tutto da dimostrare.Con le somme che ho sentito non si fa mercato, bisognerà inserire altra liqui­dità. Le cifre circolate sono per chiude­re in pari i conti, servono solo per ripia­nare i debiti, non per fare mercato. Il loro primo aumento di capitale di 40 milioni serve a questo, poi dovranno lanciare l’Opa, a cui non aderirà nessu­no, per rastrellare le altre azioni e co­sterà altrettanto. Non voglio fare i con­ti in tasca agli altri ma il bilancio è pub­blico e alla fine chiuderanno la stagio­ne con 40 milioni di debiti, poi dovran­no immettere ancora altro denaro per comprare e fare la squadra». LA BATTUTA -Durante il collegamento te­levisivo Lotito non ha risparmiato bat­tute, era caduta la linea con lo studio, al ritorno in diretta ha mimato Alberto Sordi nel film cult “Un americano a Ro­ma”:«Americà, me senti? Americà, me senti? One, two, three, four...». Non è la prima volta che punzecchia i nuovi ri­vali, gli ha riservato un’accoglienza po­co morbida. L’ha fatto in occasione del primo blitz di DiBenedetto a Roma, quella volta rispose alle dichiarazioni legate all’utilizzo dell’Olimpico. E nei giorni scorsi è tornato a lanciare frec­ciatine richiamando tutti al rispetto del fair play finanziario. La Lazio vuole tor­nare in Champions, vuole tenere la Ro­ma a distanza in classifica e non vuole passare per parente povera. Lotito ha rivendicato anche i successi ottenuti dalla sua gestione a dispetto del fatto che i giallorossi hanno sempre chiuso il campio­nato davanti: «Quello che conta sono i risultati, è ve­ro che da quando sono pre­sidente la Lazio è arrivata sotto la Roma, ma è anche vero che la Roma non ha vinto Coppa Italia e Super­coppa italiana. Il calcio non è come le bocce, non conta chi ci va più vici­no... ». In realtà durante la gestione-Lotito, la Roma ha vinto più della Lazio: due coppe Italia e una Su­percoppa italiana, ma si sa il derby è infinito, dura da un anno tra accuse e con­traccuse, tra polemiche e veleni. Il der­by vale l’accesso alla Champions, met­te sul piatto più di venti milioni di euro. IL FINALE -Lotito lancia e rilancia la sfi­da alla nuova Roma, ma deve guardare in casa sua. Ha invitato tutti alla calma:«Inter-Lazio? Non faccio pronostici ma sono consapevole di avere una squadra competitiva, dovremo dimostrarlo sul campo». E’ tornato sul rinnovo di Reja, gli ha proposto il nuovo contratto a fine novembre, il pressing è ricominciato durante la pausa di campionato, ma il tecnico preferisce parlarne a fine cam­pionato, c’è un accordo verbale, si stan­no già delineando le strategie: «Reja non l’ho mai messo in discussione, so­no altri ambienti ad averlo fatto».