(Il Tempo) - Le voci che rimbalzano da New York sull'imminente passaggio di proprietà della Roma non devono distrarre la squadra che stasera all'Olimpico di Torino dovrà affrontare una Juve in cerca di riscatto per i quarti di finale di coppa Italia.
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Niente alibi!
(Il Tempo) – Le voci che rimbalzano da New York sull’imminente passaggio di proprietà della Roma non devono distrarre la squadra che stasera all’Olimpico di Torino dovrà affrontare una Juve in cerca di riscatto per i quarti di...
Gara secca e quindi impossibile da sbagliare se si vuole restare in corsa su tre fronti. Ma a tener banco, inevitabilmente, è la trattativa a oltranza che i vertici di Unicredit stanno portando avanti con la cordata americana che fa capo al bostoniano Thomas Richard DiBenedetto. Ranieri ci va cauto, ma non nasconde un certo ottimismo. «Come tifoso mi auguro che arrivi un presidente in grado di continuare il lavoro della famiglia Sensi e che possibilmente lo migliori. Noi in questo momento - continua il tecnico giallorosso - non possiamo programmare o far pendere dalla nostra parte quello che verrà se non con il lavoro. Abbiamo due possibilità: o mollare, o lottare col coltello fra i denti. Il calcio è una materia molto strana, io verrò giudicato e poi continuerò a lavorare. Questo è poco ma sicuro.... La questione societaria non deve essere una scusante sul campo. Fa tutto parte del calcio ma i giocatori più bravi sanno che quando inizia la partita devono giocare, lottare, vincere. Dobbiamo cercare di vincere, ma tutti, magazzinieri compresi, dobbiamo remare dalla stessa parte. Niente alibi quindi».
Già, perché stasera all'Olimpico di Torino, oltre a una temperatura polare, la Roma si ritroverà di fronte una Juve che ha proprio nella coppa Italia forse l'unico obiettivo raggiungibile della stagione. «La Juventus è una grossa squadra e, come noi, una pretendente al titolo. Non mi sento più forte o meno forte, ma la Juve in casa si batte con una grande partita. Ci vuole rispetto, ma non preoccupazione». In chiusura una battuta sul «non gioco» della sua Roma. «Cerco di fare il massimo con la squadra che ho. Talvolta vengo criticato per il gioco, ma evidentemente chi critica non vede le altre partite. Noi siamo tra i migliori, non vedo in giro cose dell'altro mondo. In Italia si lavora per far giocare male l'avversario». Vero e anche stavolta potrebbe bastare: per questa Roma l'importante è andare avanti, aspettando buone notizie dall'America.
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