(Il Romanista - C.Zucchelli) - Dodici espulsioni in carriera tra Auxerre e Roma, cartellini rossi sventolati sotto agli occhi in tutte le competizioni, dal campionato alla Champions League, passando per Coppa Italia e Coppa Uefa.
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Mexes, gli ucraini e le espulsioni
(Il Romanista – C.Zucchelli) – Dodici espulsioni in carriera tra Auxerre e Roma, cartellini rossi sventolati sotto agli occhi in tutte le competizioni, dal campionato alla Champions League, passando per Coppa Italia e Coppa Uefa.
Philippe Mexes, oltre al talento e alla prestanza fisica, deve fare i conti anche con un carattere che lo porta spesso ad accedere nei comportamenti e negli atteggiamenti, tanto da essere uno dei centrali europei con più espulsioni alle spalle. La sua storia nella competizione più prestigiosa con la Roma ne è il simbolo: inizia con un cartellino rosso contro una squadra ucraina, termina (a meno di clamorosi ripensamenti) nello stesso modo. Allora era la Dinamo Kiev e si giocava all’Olimpico, due giorni fa era lo Shakhtar Donetsk e il campo era quello della Donbass Arena, ma la sostanza, dal 15 settembre 2004 all’8 marzo 2011 non cambia. In mezzo tantissime partite di ottimo livello (di questo gliene va dato atto), qualche errore, parecchi sorrisi, lacrime, vittorie, delusioni, polemiche, dichiarazioni d’amore: di tutto. Perché tutto ha voluto dire per Mexes la Roma in questi sette anni trascorsi in giallorosso. Avrebbe voluto chiudere la sua esperienza romanista in un altro modo, con quel grande successo che gli è sempre mancato.
E invece (anche in questo caso, salvo miracoli) non succederà: Philippe il 30 giugno andrà via, a Milano danno per fatto il trasferimento in rossonero, carte firmate ancora non ce ne sono, ma il più è deciso. Se poi DiBenedetto dovesse convincerlo, allora la storia potrebbe anche continuare. Ma al momento pare una possibilità più che remota. Soprattutto perché atteggiamenti come quelli di martedì sera fanno riflettere: quando Philippe è uscito dal campo l’espressione più eloquente è stata quella di Vincenzo Montella, suo ex compagno prima ancora che suo allenatore. «Ma che hai fatto?» sembrava dirgli con il gesto delle mani mentre lui scendeva le scalette dello spogliatoio. Mexes ha tirato dritto, guardando con un’occhiataccia i tifosi ucraini che, ironicamente, gli battevano le mani. A fine partita nessuna parola, anche se c’è chi giura di avergli sentito dire «mi dispiace».
I giornalisti di Donetsk, impietosi, facevano il conto delle sue espulsioni in carriera. E lo riportavano a qualche collega italiano, stupendosene: 12 espulsioni totali in carriera, come detto. Partendo dal 2003, quando era ancora in Francia con l’Auxerre, finì prima del tempo due partite, una in campionato e una in Europa. Idem nel 2004/2005 quando già indossava la maglia della Roma: la prima espulsione in Champions ci fu contro la Dinamo Kiev, in quella che viene ricordata come la gara della monetina lanciata all’arbitro Frisk. Nel 2006 altri due rossi in campionato e uno in coppa Uefa, mentre nel 2008 uno in serie A e uno in Coppa Italia. Nel 2009 altre due espulsioni, quest’anno idem: una in campionato, a Brescia, una in Champions. A cui, poi, va aggiunta la squalifica per gli insulti al quarto uomo dopo la gara dell’Olimpico sempre contro il Brescia. In tutto, quindi, cinque giornate di squalifica in questa stagione, a cui se ne deve aggiungere un’altra in Europa che però Philippe sconterà con un’altra maglia. Anche questo, nella fredda notte ucraina, fa male.
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