(Il Romanista - P.Bruni) - Tre punti, tanta spavento e il quarto posto che ormai dista appena due punti. Il viso di Montella è stanco ma soddisfatto.
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«Una vittoria meritata»
(Il Romanista – P.Bruni) – Tre punti, tanta spavento e il quarto posto che ormai dista appena due punti. Il viso di Montella è stanco ma soddisfatto.
Novantotto minuti trascorsi in piedi, a correre su e giù dalla panchina per tentare di afferrare la sua seconda vittoria con la Roma. Un successo fondamentale, ottenuto col cuore, il coraggio e un pizzico di fortuna. «Ho visto una bella partita giocata con un buon ritmo, specialmente nel primo tempo. A volte abbiamo esagerato nel tener palla ma abbiamo creato occasioni e rischiato pochissimo contro un Lecce organizzatissimo». «Nella ripresa, poi, - continua l’aeroplanino – ci siamo abbassati un po’, facevamo meno pressione a metà campo e salivamo di meno. Poi c’è stato l’episodio del gol che vorrei rivedere e, alla fine, è emersa la nostra voglia di vincere. Lo abbiamo fatto con merito, la Roma per qualità di gioco e per valore dei giocatori ha fatto meglio del Lecce. Forse è subentrato un briciolo di timore, è qualcosa di prettamente mentale, ma poi abbiamo avuto la forza di andare a fare il 2-1. Oggi (ieri, ndc) il gol al 90’ ci darà molta forza a livello mentale». Finalmente, i giocatori hanno dimostrato carattere e voglia di mettersi alle spalle il momentaccio. Uno su tutti Borriello, l’uomo della provvidenza: grazie ad un suo colpo di testa è arrivato il calcio di rigore: «Ha fatto bene, combattendo su ogni pallone e facendo salire la squadra. Poi, ovviamente, possiamo migliorare tutti. Marco (Borriello, ndc) per quanto ci ha fatto vedere nel recente passato può fare di più, ma questo è un discorso da estendere a ognuno». Un’atmosfera, in campo, nettamente più serena rispetto a qualche settimana fa. L’esempio più evidente? Il penalty che si sono “litigati” Pizarro e Borriello. Anche qui il tecnico romanista con profonda pacatezza ha gettato acqua sul fuocherello: «David (Pizarro, ndc) voleva tirare, poi lo voleva lasciare al compagno e infine ha cambiato idea. Avevano voglia di tirarlo tutti e due e quindi si volevano prendere la responsabilità. Se c’ero io? In quel caso non sarebbe nata alcuna discussione (ride, ndc)». Alla fine, le scelte lo hanno premiato. E’ riuscito a tenere equilibrata la formazione senza rischiare di ingolfare l’attacco, magari inserendo prima Menez e facendolo giocare in un improvvisato tridente. In questo periodo, la squadra non è in grado di supportare tre o quattro punte: «Non ora – spiega Montella – perché prendevamo tantissimi gol e adesso mi interessa l’equilibrio. Ho Jeremy (Menez, ndc) che può giocare da tutte le parti, quando vedevo le partite della Roma da spettatore Menez e Vucinic mi divertivo a vederli insieme. E’ una questione di tempo, capiterà». Adesso, però, non c’è tempo per i festeggiamenti. Martedì si va a Donetsk per tentare l’impresa e passare il turno di Champions e domenica arriva il terzo derby della stagione. Impegni belli e difficili, da vivere tutti d’un fiato e con la sicurezza che ogni match farà storia a sé: «Dobbiamo pensare una partita alla volta – incalza Vincenzino –, credo che ce la possiamo fare, andremo per vincere, perché ci crediamo e ne abbiamo la possibilità. Poi vedremo come andrà a finire».
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