(Il Romanista - D.Galli)«DiBenedetto sarà presidente per i primi di giugno». A fissare una data per l’avvicendamento formale sulla poltrona che conta è stato ieri il vice direttore generale di Unicredit, Paolo Fiorentino.
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«Mr Tom presidente a giugno»
(Il Romanista – D.Galli) «DiBenedetto sarà presidente per i primi di giugno». A fissare una data per l’avvicendamento formale sulla poltrona che conta è stato ieri il vice direttore generale di Unicredit, Paolo Fiorentino.
Intervenendo a "La politica nel pallone", trasmissione cult di Gr Parlamento,il manager ha raccontato questi nove mesi del procedimento di vendita dell’As Roma. Nove, se si considerano gli accordi Sensi-banca del 26 luglio. Fiorentino posticipa però la data: «È stata una trattativa, anzi un percorso lunghissimo partito alla fine del 2010». Dice Fiorentino: «Speriamo che la Roma e la città di Roma abbia fatto l’affare nella cessione alla cordata americana. Con il supporto di una banca di investimento come Rothschild (l’advisor di Unicredit, ndr), che ha fatto per noi il giro del mondo dei potenziali investitori, siamo arrivati ad una prima offerta non vincolante. Poi abbiamo dato accesso alla due diligence. Successivamente siamo arrivati a delle offerte vincolanti e abbiamo scelto quella che oggettivamente era la più significativa. Da lì siamo passati ad una contrattazione in esclusiva che ha portato agli accordi di venerdì a Boston».
IL PROGETTO Fiorentino spiega perché sono stati gli americani a vincere la gara per la Roma: «Non vorrei dire che è stata solo una scelta, ma vorrei dire che documentalmente è stata la migliore. Nei numeri e nella modalità in cui è stata formulata l’offerta, direi che è stata la migliore». Numeri e modalità? Fiorentino si spiega meglio: «Al di là dell’aspetto economico,ci sono tutte le garanzie sullo sviluppo del progetto che non è mai stato un elemento marginale nella valutazione di tutto il processo».Tradotto, la banca è convinta che gli americani sapranno valorizzare l’As Roma facendone lievitare il valore di mercato. «Mi sono confrontato con loro sin dai primissimi incontri - racconta Fiorentino- e sono rimasto molto colpito dalla loro esperienza nella gestione di marchi sportivi e nella capacità, di costruire intorno al team, una serie di eventi che trasformano quasi la squadra in un oggetto da media,che diventa il pretesto per poi fare del marketing su calciatori, maglie, eventi. Non chiacchiere ma cose che loro hanno fatto, in particolare DiBenedetto sui RedSox e Pallotta sui Boston Celtics. Sulla base di questo, riteniamo che ci sia un grande potenziale. Il brand Roma è straordinario, non solo in Italia ma anche all’estero e questa prospettiva ci ha subito interessato».
Fiorentino disegna anche gli scenari futuri: «L’accordo con gli americani è quello di ampliare la base dei soci. Noi abbiamo il 40% ma siamo disposti a scendere, nella prospettiva di creare intorno alla Roma un team di investitori che possono dare valore. Noi stiamo dando il nostro supporto finanziario e riteniamo che ci possano essere altri soggetti che possano dare un contributo su altri aspetti nell’ambito della gestione della Roma».
IL MERCATO Alla faccia di chi calcia alle stelle il nostro futuro, perché magari ha già la testa altrove, per la Roma si profila un mercato Real. DiBenedetto, Pallotta, D’Amore e Ruane investiranno cash, soldi liquidi, per il mercato. E la banca - lo dice Fiorentino - li sosterrà finanziariamente, li supporterà, garantendo una linea di credito di 40 milioni. Che quindi sarà un di più, una risorsa aggiuntiva, un tesoro da spendere a piacimento di DiBenedetto& Co. La Champions ormai è quasi andata, ma se la Roma riuscirà (è il minimo sindacale, dopo la figuraccia con il Palermo)a vincere la Coppa Italia, si metterà in tasca intorno ai 4 milioni tra bonus Lega e incassi al botteghino, più 1.3 milioni perla partecipazione alla Supercoppa Italiana, l’8 agosto a Pechino. Racconta Fiorentino: «Da parte degli americani ci sarà un aumento di capitale. Oltre all’acquisto metteranno altri soldifreschi, poi ci hanno chiesto finanziamenti a lungo termine.Tutte le società di calcio hanno linee di credito, queste saranno a medio-lungo termine per gestire con tranquillità entrate ed uscite. I crediti saranno utilizzati se necessario. Questo darà loro una flessibilità oggettiva della gestione corrente e anche straordinaria.In questo modo, se c’è da fare un’operazione di mercato e non c’è abbastanza cassa utilizzi le linee di credito. È una cosa abbastanza corrente».
Con le dovute proporzioni, è quello che accade al Real Madrid, dove nel 2009 la somma per acquistare Kakà e Cristiano Ronaldo, circa 150milioni, fu anticipata da Banco Santandere Caja Madrid. I due istituti concessero il finanziamento in cambio di una garanzia da 600 milioni sui diritti tv (ecco perché bisogna fare dei distinguo...), convinti che il Real sarebbe rientrato interamente dell’investimento. Come? Grazie al boom dei proventi derivanti da marketing e merchandising. Basti pensare agli incassi fantastici realizzati dalla Casa Blanca vendendo le maglie dei due fuoriclasse in tutto il mondo. Nel suo intervento a Gr Parlamento,Fiorentino conferma anche che gli americani «hanno il mito del Capitano» (evviva, ndr). Quanto alla squadra futura, il manager avverte: «Vogliono puntare su giovani di gradissimo talento e mixarli con campioni affermati».
Sabatini si aspetta di firmare un contratto da direttore sportivo(ma Pradé che farà? Sarà risolto il contratto che scade nel 2013?) entro la settimana. Potrebbe essere costretto a firmarne però, almeno per ora, uno da consulente. Il futuro capo del mercato sta già lavorando, comunque, a 360 gradi. Alcuni nomi sono noti (Bovo, Buffon, Kjaer, Lamela,Pastore), ma Sabatini è il mago dei talent scout. Non è detto che non tiri fuori dal cilindro del mercato sudamericano un altro Pastore. Anche senza Champions, con gli americani sarà un mercato da sogno.
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