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«I tifosi nella nuova Roma»

(Il Romanista – B.DeVecchi) – Perché non aprire ai tifosi? Perché non permettere loro di partecipare alla vita della Roma? Perché non consentire ai romanisti di investire sul loro amore? Se lo è domandato ieri, a sorpresa, il...

Redazione

(Il Romanista - B.DeVecchi) - Perché non aprire ai tifosi? Perché non permettere loro di partecipare alla vita della Roma? Perché non consentire ai romanisti di investire sul loro amore? Se lo è domandato ieri, a sorpresa, il presidente di Unindustria, Aurelio Regina.

«Spero – ha esordito - in un allargamento dell’azionariato anche a tifosi o sostenitori della Roma, a chi insomma ci metta un pizzico di emozione. E mi pare fattibile, dato che l’imprenditore (DiBenedetto, ndr) non deterrà il 100% delle azioni». Intervenendo a margine di un convegno sul telelavoro all’università di Tor Vergata, Regina ha “promosso” l’operazione condotta da Thomas Di Benedetto. «Mi pare che questo sia l’unico imprenditore che abbia dimostrato un interesse reale nell’acquisizione della squadra e io sono un liberista: credo che la Roma come qualsiasi altra società debba stare sul mercato, senza assistenzialismi. Spero che abbia la voglia di costruire una grande squadra». Lo spera anche Gianluca Peciola, consigliere provinciale di Sinistra e Libertà nonché grande sostenitore dell’azionariato popolare: «Bene le parole del presidente di Unindustria Aurelio Regina che auspica un allargamento dell’azionariato della As Roma anche ai tifosi o ai sostenitori della squadra di calcio. Ora che la vendita della società sta arrivando a compimento, si stanno profilando – dice Peciola - le condizioni per far diventare la squadra di calcio anche di proprietà dei tifosi e dei sostenitori. Era questo il senso della mozione che abbiamo presentato e fatto approvare in Consiglio provinciale». E’ assolutamente entusiasta della proposta di Regina soprattutto Walter Campanile. Spiega al “Romanista” il presidente di MyRoma, l’azionariato popolare giallorosso: «Approfitto di questa intervista per chiedere pubblicamente un incontro con il presidente di Unindustria. Un’apertura del genere non può non farci piacere. Aurelio Regina rappresenta una buona fetta di imprese e può aiutarci a sviluppare il nostro progetto». Campanile lancia un appello: «Se c’è qualche altra figura pubblica disposta ad affiancarci, si faccia avanti. E’ il momento di capire cosa si può fare, insieme, per la Roma». MyRoma (che il 13 aprile nel Roma Club Testaccio presenterà un documentario sui modelli di azionariato del St.Pauli e dell’Amburgo) ha intenzione di trasmettere presto dei documenti alla nuova proprietà. «Vorremmo illustrare – spiega Campanile – una serie di consigli che permetterebbero di migliorare i servizi per i tifosi della Roma, senza spendere nulla. Alcuni di questi suggerimenti porterebbero giovamento all’economia indotta. Ovvero, a quello che la Roma potrebbe incassare in più attraverso un merchandising più efficiente». Per esempio? «Prenda le bandiere. Allo stadio si vedono bandiere bianche con lo stemma della Roma. Beh, un romanista che si rispetti compra solo bandiere gialle e rosse, dalla cromacità esatta. Oppure penso ai pantaloni che ho visto in vendita nei Roma Store: blu e bianchi, col solito stemmino. Ma questi sono gadget da turisti che nessun tifoso comprerà mai». Quanto a DiBenedetto, per ora Campanile si astiene dal dare giudizi: «Valutiamo prima cosa fa. In ogni caso, non mi pare che prima di lui ci fosse la fila per comprare la Roma…»