(Corriere dello Sport - P.Guadagno) Mentre Unicredit martedì ufficializzerà la nomina di Beretta come direttore della comunicazione e della corporate identity – l’eventuale nuovo scenario prevederebbe ancora la reggenza temporanea della Lega da parte di Simonelli, l’attuale revisore dei conti, in attesa che, con la cessione della Roma, Rosella Sensi possa assumere la presidenza di via Rosellini
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Lega, Beretta verso l’addio è in arrivo Rosella Sensi
(Corriere dello Sport – P.Guadagno) Mentre Unicredit martedì ufficializzerà la nomina di Beretta come direttore della comunicazione e della corporate identity – l’eventuale nuovo scenario prevederebbe ancora la reggenza...
–, la serie A ha dato una settimana di tempo perché la Made di Filippo Chiusano e Telecom Italia Media diano una risposta sul piano di salvataggio studiato per Dahlia. La Lega si accontenterebbe di incassare un euro e mezzo per abbonato (circa 270 mila) per ogni giornata di qui alla fine del campionato – per un incasso di circa 5 milioni, contro i circa 23 previsti oltre agli 8 iniziali – e, in cambio, garantirebbe la produzione delle gare. Il giorno decisivo dovrebbe essere martedì, quando è in programma il cda di Telecom Italia Media. Intanto, resta ancora in alto mare la questione dei bacini di utenza. Ieri, invece di avviare la definizione delle domande per le indagini demoscopiche, si è tornati a dibattere sulle proiezioni, con un Lotito scatenato nel rivedere le quote, togliendo di qua e aggiungendo di là (soprattutto alla sua Lazio). Non è stato così per il mancato pagamento della quota-promozione da parte di Lecce, Cesena e Brescia. L’Assemblea ha votato, a maggioranza, di impugnare la decisione dell’Alta Corte che aveva dato ragione ai 3 club e si rivolgerà al Tar. E adesso, in caso di sentenza sfavorevole, le 3 società stanno pensando al Consiglio di Stato. Beretta, inoltre, ha risposto duramente a Macalli, che aveva minacciato di fermare il campionato di Lega Pro se non fosse aumentata la mutualità garantita dalla serie A. «Ha scoperto oggi che il decreto Melandri non va bene perché prevede un tetto di 7500 posti per i nuovi stadi della Lega Pro. E allora poteva accorgersene prima, invece di pensare solo alla sua mutualità. Ad ogni modo, se la nostra disponibilità non viene apprezzata, nella prossima assemblea decideremo come ripartire il 6% dei diritti tv e faremo le nomine per la commissione che dovrà suddividere l’altro 4%».Infine, su indicazione del Napoli, un gruppo di lavoro ad-hoc studierà un nuovo modello di utilizzo degli spazi su maglie e pantaloncini dedicati agli sponsor.
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