rassegna stampa roma

La sfida di Montella: “Io ci credo”

(Corriere della Sera – L.Valdiserri) Come si elimina, partendo dal 2-3 dell’andata, una squadra che non perde in casa da 54 partite (ultima sconfitta il 22 ottobre 2008, nel girone eliminatorio di Champions contro lo Sporting Lisbona) e...

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(Corriere della Sera - L.Valdiserri) Come si elimina, partendo dal 2-3 dell’andata, una squadra che non perde in casa da 54 partite (ultima sconfitta il 22 ottobre 2008, nel girone eliminatorio di Champions contro lo Sporting Lisbona) e che dal 4 luglio 2010 a oggi ha giocato 31 partite e ne ha vinte 28?

La difficile risposta la deve trovare Vincenzo Montella, alla sua prima euro-panchina, nel gelo di Donetsk. Lo Shakhtar di Lucescu, all’andata, ha messo in crisi i giallorossi con la velocità dei suoi brasiliani in attacco e la ruvida difesa dei suoi europei dell’Est, ma molte cose sono cambiate alla Roma da allora. La più eclatante è l’allenatore che siede in panchina. Vincenzo Montella ricorda di aver visto la partita «a casa» e che «la Roma ha pagato dieci minuti di follia, perché di occasioni da gol ne ha create e, con un pizzico di fortuna in più, poteva sicuramente non perdere» .

 

Nella rifinitura nella bellissima Donbass Arena è stato provato anche il 4-4-2 con Totti e Borriello di punta, ma l’impressione è che Montella non abbandoni il 4-2-3-1 che ha riportato fiducia nella squadra. La punta avanzata sarà Totti, la scelta obbligata sarà Burdisso terzino destro per la squalifica di Cassetti. Centrocampo in mano agli insostituibili Pizarro e De Rossi, tridente dietro a Totti con Taddei, Perrotta e Vucinic.«Sono gli stessi giocatori della squadra di Spalletti, con cinque anni in più. Ma anche con un altro allenatore al posto mio non sarebbe certo cambiata la loro carta d’identità. Se sono alla Roma è perché lo meritano. E, in ogni caso, bisogna guardare in faccia la realtà e decidere occasione dopo occasione» . La vittoria di Lecce ha dato un segnale importante, ora serve una conferma: «All’andata si è visto che lo Shakhtar ha corsa e tecnica, ma anche che è una squadra battibile. Sono molto ottimista, perché la Roma sta crescendo e perché credo che, come valori assoluti, sia più forte degli ucraini. Ovviamente sarà difficile, perché c’è di fronte una squadra valida, ma noi siamo qui per giocarci le nostre chance fino in fondo. Lo spirito deve essere quello degli ultimi 15 minuti di Lecce, dove, nelle difficoltà, i ragazzi hanno voluto la vittoria. Serve la massima attenzione fino al 90’ e non mi importa se qualcuno dice che sono troppo giovane e che non ho esperienza. Mi basta la fiducia della società, che ha creduto in me, e del mio gruppo di giocatori. Non si può piacere a tutti nemmeno se vinci sempre. Figurati se hai appena iniziato» .

Come detto, al centro dell’attacco ci sarà Francesco Totti e non Borriello, anche se in questa edizione della Champions il primo ha segnato due volte ma solo su rigore e il secondo quattro volte su azione. Non è escluso, però, di vedere una staffetta o, magari, un pezzo di partita con tutti e due in campo per inseguire una grande rimonta. «Meglio giocare con Totti o allenarlo? Facile in ogni caso. È facile giocarci insieme per le qualità, ma anche allenarlo perché è maturato, si allena con intensità, è disponibile e accetta le scelte. Corre più adesso di prima. E se alle esclusioni ci rimane male vuol dire che ha ancora voglia di dare tanto» . Rispetto alla gestione Ranieri balza all’occhio il maggior dialogo tra Montella e la squadra. Il che non significa che non ci siano delle regole precise. Quello che Montella ha dato in più, vedi il caso Pizarro, è la capacità di coinvolgere i giocatori: «Io valuto in base alle mie sensazioni, non mi lascio influenzare da quanto è successo prima. Le motivazioni fanno la differenza e perciò bisogna crearle. Io lavoro per dare le giuste motivazioni. È da lì che si parte per prepararsi a vincere» .