(Il Messaggero) «Ora non dobbiamo mollare: sarebbe l’errore più grande». Rosella Sensi guarda con preoccupazione la classifica dopo la sconfitta nel posticipo di San Siro, la seconda nel nuovo anno. Adesso la Roma ha sei squadre davanti:
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La Sensi arrabbiata: «Questo clima non va»
(Il Messaggero) «Ora non dobbiamo mollare: sarebbe l’errore più grande». Rosella Sensi guarda con preoccupazione la classifica dopo la sconfitta nel posticipo di San Siro, la seconda nel nuovo anno. Adesso la Roma ha sei squadre davanti:
il Milan capolista, lontano 10 punti, il Napoli, l’Inter, la Lazio, l’Udinese il Palermo. Fuori dalla lotta scudetto e soprattutto dalla zona Champions. «Se non ricominciamo subito a vincere, rischiamo di buttare una stagione: serve concentrazione e professionalità. Sono proprio arrabbiata per la piega che sta prendendo il nostro campionato». Il richiamo della presidentessa è al tecnico e ai giocatori. Sta per lasciare il club, dopo 18 anni di gestione della sua famiglia, ma ci tiene a uscire a testa alta. «A chi prenderà il mio posto abbiamo l’obbligo di presentarci da Roma. Cioè restando anche in quest’annata ai vertci del calcio italiano, come abbiamo sempre fatto nelle ultime stagioni». Ha appena finito di parlare al telefono con Montali, il dirigente indicato dalla Banca come punto di riferimento a Trigoria in questo momento delicato del club, in attesa del nuovo proprietario, Thomas Richard DiBenedetto, ancora lontano nella sua Boston, dove ha seguito alla televisione il crollo giallorosso contro l’Inter di Leonardo. Sabato all’Olimpico arriva il Napoli secondo: è quasi l’ultima chiamata per il gruppo di Ranieri, anche se mancano ancora quindici gare (c’è da contare il recupero del 23 febbraio a Bologna). «Non voglio distrazioni. Io capisco l’eccitazione che si respira in città per la novità statunitense, ma noi non ci dobbiamo far coinvolgere dall’entusisiasmo. Io non ce l’ho con l’allenatore e i calciatori, ma visto che sono professionisti devono pensare solo ai risultati da conquistare da qui alla fine della stagione. Perché io ci tengo, dopo diciotto anni da proprietaria, con la mia famiglia, della Roma, a consegnare la società in maniera egregia a chi subentra. Basta buttare punti: questo clima non mi piace». «Un episodio». La Sensi non dà troppa importanza, invece, all’ennesimo cartellino rosso, il settimo stagionale, il terzo di Nicolas Burdisso (uno per Julio Sergio, Mexes, De Rossi e Totti), espulso, prima di ieri sera, anche contro il Cagliari e l’Udinese.
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