rassegna stampa roma

La Roma a stelle e strisce. Unicredit vola a NewYork

(La Stampa) Il mandato a vendere la Roma nel bagaglio. Un volo per New York. E un appuntamento fissato stamane (il primo pomeriggio in Italia): il sogno a stelle e strisce dei tifosi giallorossi sbarca negli States con i rappresentanti di Unicredit.

Redazione

(La Stampa) Il mandato a vendere la Roma nel bagaglio. Un volo per New York. E un appuntamento fissato stamane (il primo pomeriggio in Italia): il sogno a stelle e strisce dei tifosi giallorossi sbarca negli States con i rappresentanti di Unicredit.

Paolo Fiorentino, vice direttore generale di Piazza Cordusio, e Piergiorgio Peluso, responsabile del corporate e investement, incontreranno i vertici del gruppo americano, sul cui nome vige il segreto, interessato all'acquisizione del club di Trigoria. Sullo stesso aereo sono saliti anche gli avvocati dello studio Tonucci, al quale è stata affidata la trattativa in Italia.

 

Rosella Sensi, 39 anni, è presidente della Roma dalla fine di agosto del 2008 Non è il primo faccia a faccia. Le parti si erano già guardate negli occhi proprio a New York agli inizi di dicembre. Gli americani restituirono in seguito la visita nella Capitale, dove ebbero modo di fare un sopralluogo anche allo Stadio Olimpico, in occasione di Roma-Bari: rimasero colpiti, nella circostanza, per l'assenza di un mega store. Questione di mentalità: il merchandising, dalle loro parti, non prevede certo bancarelle arrangiate.

Quella che si terrà stamani nella Grande Mela sarà una riunione fiume: «Stiamo lavorando duramente», assicurava nella giornata di ieri Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit, a chi gli chiedeva notizie sul processo di vendita della società giallorossa. In effetti, raccontano fonti vicine alla trattativa, «non sarà un'operazione semplice, il buon esito dell'incontro non può dirsi formalità». Sul tavolo ci sarà più di un foglio da sistemare, a cominciare da quello che conterrà l'offerta: quella giusta, secondo la banca, dovrebbe aggirarsi in settimana fa, continuava a figurare quello di Francesco Angelini, il magnate della farmaceutica che non ha mai smentito il suo interesse per la «Magica», salvo precisare di non aver mai presentato una vera e propria offerta. Quanto all' ipotesi Preziosi, lo stesso presidente del Genoa, confermando di essere stato interpellato dal Fondo Clessidra, ha ufficialmente declinato l'invito.

Ipotizzare la fumata bianca a stretto giro di ore è azzardato. Anche perché, quello degli americani, non può essere definito un vero e proprio assalto. Dall'attento studio della «due diligence» sono scaturite alcune perplessità, che non riguardano tanto l'investimento iniziale, quanto lo sforzo necessario per dare seguito a un grande progetto. Spaventa, su tutti, il monte ingaggi di Totti e torno ai 150 milioni di euro. Fin qui nessuno, compresi gli statunitensi, si è avvicinato alla cifra richiesta. In ogni caso, sul piatto verrà messo un importo superiore rispetto a quello proposto dall'imprenditore romano Giampaolo Angelucci (86 milioni, accompagnati dalla disponibilità a un piccolo rilancio).

Il prezzo, tuttavia, non rappresenta l'unico nodo da sciogliere. Balla la partecipazione dello stesso istituto di credito nell'affare: Unicredit, in sostanza, continuerà a conservare una percentuale della Roma. Dovrà essere chiarita, inoltre, la possibilità di affiancare agli stranieri un soggetto italiano: nella lista di nomi presentata, almeno fino qualche compagni, che supera gli 80 milioni.

Nel frattempo i legali di Italpetroli e Unicredit hanno chiesto e ottenuto un ulteriore rinvio nell'ambito dell'arbitrato ancora in corso. Questioni tecniche, relative alla costituzione della Newco e al riassetto societario. Questioni che non interessano i tifosi. Con il pensiero, loro sono là. A New York. In America.