(Corriere dello Sport-D.Torromeo)Un tocco molle di Juan. Un peccato che un giocatore della sua classe commette poche volte in una vita calcistica. Uno svarione che ha punito severamente la Roma.
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Juan, come due autogol
(Corriere dello Sport-D.Torromeo) Un tocco molle di Juan. Un peccato che un giocatore della sua classe commette poche volte in una vita calcistica. Uno svarione che ha punito severamente la Roma.
La cui partita è finita lì. Per quasi un’ora era rimasta in vantaggio, sfruttando al meglio un gol capolavoro di Vucinic, la prima marcatura del montenegrino in trasferta ( derby escluso), la sesta del campionato. Quel momento di follia di Juan è costata un calcio di rigore, l’espulsione di Julio Sergio, il resto della gara in dieci e la possibilità per la Sampdoria di ritirare su la testa dopo avere ottenuto il pareggio. Juan non era partito titolare. In avvio era stato Mexes a far coppia con Burdisso al centro della difesa. E il francese se l’era cavata alla grande. Poi, nell’intervallo una sorta di piccolo giallo. Mexes, che nel finale del primo tempo si era esibito addirittura in alcune acrobazie, veniva sostituito per infortunio ( su suggerimento del medico, ha precisato Ranieri). Un problema muscolare al bicipite femorale destro. Eppure era stato atletico e scattante sino alla fine dei 45' iniziali. ERRORI - Colpita duramente, la Roma ha accusato il colpo. E’ vero, Juan ha messo in fila un’altra giocata non degna di lui ed ha offerto a Guberti la palla della vittoria. Ma scaricare tutte le colpe solo sul brasiliano, ci sembrerebbe sbagliato. La squadra di Ranieri ha giocato bene per poco più di mezzora ( dal gol segnato a quello del pareggio), raccogliendo poco. E soprattutto ha dato l’idea di soffrire la maggiore concretezza del centrocampo doriano. Perrotta/ Greco/ Brighi hanno lottato, hanno corso, ma non hanno preso il comando del gioco. Lo hanno lasciato a Ziegler/Koman/Palombo. E questo ha pesato sull’andamento della sfida. Diciamola tutta. Senza i due errori di Juan, la Sampdoria ha dato l’idea che non sarebbe mai andata in gol. La pochezza della coppia Marilungo/ Pozzi è stata disarmante. Pazzini è in recupero dopo l’influenza e Macheda è appena arrivato. Conclusione: un solo pericolo, oltre ai gol, per la porta romanista. Tutto vero, ma resta la delusione per l’ennesimo risultato negativo in trasferta. Lontana dall’Olimpico, la Roma non sa vincere. TOTTI - Dunque le sbadataggini di Juan, l’eccitazione per il capolavoro di Vucinic ( va via a Ziegler, poi aggira Lucchini e spara un diagonale imprendibile per Curci), il giallo di Mexes. Ma anche i tre minuti lasciati a Totti. Il capitano ha visto tutta la partita dalla panchina ( accanto a De Rossi: è la prima volta che Ranieri tiene fuori entrambi in avvio di gara). Francesco è stato chiamato in campo al 46' della ripresa. Testimoni giurano di avergli sentito dire, per carità sorridendo, mentre aspettava di entrare: « Scusate, ma che ore sono? La partita inizia ora o è già finita? » . Rivera di minuti, nella finale del Mondiale messicano, ne aveva giocati sei. Francesco Totti esattamente la metà. Ranieri dice che l’ha fatto per eccesso di stima, non per mancanza di rispetto. Il dubbio resta. Era proprio necessario quel cambio quando si era a un soffio dalla fine? INTERROGATIVI - La Roma torna da Genova con tante domande e neppure un punto. La Sampdoria le aveva negato lo scudetto lo scorso anno con un’altra rimonta, ne ha frenato la corsa in questa stagione. Eppure è una squadra non certo in grande condizione, reduce da una doppia sconfitta contro Brescia e Palermo. Incerta in difesa, evanescente in attacco, solida a centrocampo. Ci sembra possa essere questo il riassunto delle condizioni di una Sampdoria ancora alla ricerca di una sua identità. La Roma deve prendersela solo con se stessa. Il doppio peccato di Juan è la causa più evidente di una domenica maledetta. Ma è anche al suo interno che la squadra deve guardare per capire dove sta sbagliando. Ora ha un punto in più di distacco dal vertice. Non è una tragedia, ma è il segnale che bisogna fare in fretta e che ( soprattutto) deve ritrovare un gioco che non dipenda esclusivamente dalle invenzioni di Menez. Ieri Ranieri ha proposto un 4- 3- 3 che qualche risultato lo ha dato: la squadra si è mossa meglio di quanto non avesse fatto contro il Catania. Vucinic è capace di segnare gol spettacolari, Borriello ha dimostrato continuità di rendimento. Ma i tre lì davanti vanno aiutati, non lasciati prigionieri del loro talento.
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