rassegna stampa roma

Immenso

(Il Romanista – S.Romita) Si può morire. Così si può morire. Un gol così importante al- l’ultimo secondo di recupero e dopo quello che era accaduto due secondi prima non ci era mai capitato. Nella vita dei roma- nisti non era mai...

Redazione

(Il Romanista - S.Romita) Si può morire. Così si può morire. Un gol così importante al- l’ultimo secondo di recupero e dopo quello che era accaduto due secondi prima non ci era mai capitato. Nella vita dei roma- nisti non era mai accaduto.

Ci voleva il Re del divertimento sull’erba per farci vivere questa esperienza indimenticabile. E stia sicuro Totti che non ci dimenticheremo mai il suo cucchiaio, dolce come il cioccolato. E il suo colpo d’esterno destro con guizzo bruciante del ventenne che probabilmente ci porterà ancora in Champions. Noi possiamo dirlo. Noi possiamo gridarlo. Perché non l’abbiamo mai abbandonato, mai immaginato che ci fosse il più piccolo motivo per farlo. Fuori dal campo è sempre stato perfetto. Dentro poi, che ve lo diciamo a fare, è sempre stato il più grande. Un suo tocco vale tutti i milioni che gli sono stati confermati nell’ultimo contratto, e tutti quelli che DiBenedetto e company si preparano a spendere. E non è solo il recupero del ruolo, euro 1,00 che pure c’è. Lì da solo, come la statua della Libertà con il braccio alzato ad ammettere “Sì sono io il più grande”. Perché lui è veramente il più grande del mondo. E’ la grandezza di chi entra a tre minuti dalla fine senza fare polemiche con l’ex allenatore. Ed è la grandezza di chi sa sempre che può cambiare la partita indipendentemente dalle carte date sul tavolo. Un’immensità che gli viene riconosciuta da tutti: compagni, tifosi, critici. L’Udinese non riconosce tutto questo, se non con l’onesto Guidolin. Certo brucia perdere un attimo prima della doccia. Ma la squadra bianconera non c’è stata veramente mai. L’abbiamo rimessa in corsa noi dopo il rigore. Noi che per venti minuti abbiamo evitato d’affondare. Poi ci siamo ricordati di giocare con due centravanti. Poi Taddei si è ricordato che sa giocare anche con la testa. Poi De Rossi si è ricordato che è un calciatore di una classe ineguagliabile. Poi Burdisso si è ricordato che l’Argentina è meglio della Francia. Poi Riise si è ricordato, e in più di un’occasione, che lui se vuole sulla sinistra fa proprio male a tutti. Meno che a Totti. Che non ha bisogno di ricordarsi chi è.