rassegna stampa roma

Il parafulmine

(Il Tempo – A.Austini) C’era da aspettarselo. La bomba Ranieri è esplosa: uno sfogo in piena regola, contro tutto e tutti. A cominciare dai giocatori della Roma che hanno percepito le dimissioni del tecnico come una liberazione.

Redazione

(Il Tempo - A.Austini) C’era da aspettarselo. La bomba Ranieri è esplosa: uno sfogo in piena regola, contro tutto e tutti. A cominciare dai giocatori della Roma che hanno percepito le dimissioni del tecnico come una liberazione.

Dopo aver scritto due comunicati molto diplomatici, l’allenatore ha scelto il Tg1 per raccontare all’Italia intera la sua verità. «Quest’anno - spiega - sono prevalsi gli interessi personali su quelli della squadra»: in una frase la sintesi degli ultimi mesi vissuti con un senso di impotenza a Trigoria. «Ero diventato l’unico parafulmine. Quando parlavamo nello spogliatoio - racconta ancora Ranieri - eravamo tutti d’accordo che ci dovesse essere turn over. Poi in campo alcuni giocatori quando sono stati sostituiti...». E si sono lamentati: da Totti e Borriello a Vucinic e Menez. «Anche ora che non ci sono più io, però, qualcuno in panchina dovrà andare», dice l’ex allenatore giallorosso, mettendo in guardia il successore Montella. «Io mi sono dimesso per amore di Roma e della Roma: adesso sono i ragazzi a dover dimostrare tutto».Ranieri nega il teoremadella «squadra che mi ha giocato contro: non ci credo», ma non nasconde di aver avvertito una mancanza di impegno da parte di molti. «Ci sono giocatori che con un allenatore danno il 110 per cento e con un altro non entrano in sintonia. Certo: sono dell’idea che un buon allenatore debba sapere sfruttare al meglio le caratteristiche di ognuno. Però, quando ero giocatore io, mi sforzavo di capire cosa voleva il mio tecnico... Non ero un campione e il mio motto era "non mollare mai". È un pò lo spirito del calcio inglese: ecco, per quest'anno di Roma sono dispiaciuto perché non tutti i giocatori hanno avuto questo spirito. Il mio errore più grande? Forse non essermene andato a giugno». Ai primissimi posti dei destinatari c’è David Pizarro. Nel giorno in cui Montella prova a difendere il cileno, Ranieri racconta altri dettagli sul caso. «Avevamo deciso che giocasse col Genoa. La sera avevo parlato con lui, era tutto ok. Poi la mattina alle 11, il medico mi ha detto che aveva la schiena bloccata. Non voglio credere che l’abbia detto perché non voleva giocare. Entrerebbe in ballo la professionalità, la società che ti paga, i tifosi. Pizarro durante la preparazione ha lavorato il 3 per cento rispetto al resto della squadra, poi ha avuto un dolore al ginocchio che per lui è un problema cronico. È sempre stato un punto di riferimento e di lui devo per forza pensare bene». Ranieri resterà a spasso fino a giugno prima di ricominciare. Se possibile dall’Inghilterra, «perché l’Italia in confronto è l’Inferno. Voglio allenare ancora, l'Inghilterra mi affascina, ma mi piace anche il campionato italiano». Quello dove ha maggiori chance di trovare un’altra panchina.