(La Gazzetta dello Sport - A.Catapano) - Un management di primo livello, con esperienze internazionali. Una rete di osservatori capaci e tempestivi. Un vivaio ispirato da una nuova filosofia.
rassegna stampa roma
Il marchio Roma è il cuore dell’offerta Usa
(La Gazzetta dello Sport – A.Catapano) – Un management di primo livello, con esperienze internazionali. Una rete di osservatori capaci e tempestivi. Un vivaio ispirato da una nuova filosofia.
E poi, lo sfruttamento del marchio l’obiettivo principale, il potenziamento del merchandising lo strumento cui ricorrere per raggiungerlo. Tutto questo avrà bisogno di investimenti, ma col tempo, almeno nelle intenzioni di questi signori, dovrà produrre maggiori ricavi. Se la reale preoccupazione del sindaco Gianni Alemanno è evitare che chi prende la Roma «faccia uno scippo, e anzi le assicuri un grande futuro» , il progetto di Thomas R. DiBenedetto dovrebbe tranquillizzarlo. Il grande salto Nelle intenzioni degli acquirenti americani, tutti imprenditori di successo, la Roma dovrà fare il grande salto: passare da una gestione familiare ad una struttura efficiente e al passo coi tempi, legata alle proprie radici ma inserita nella dimensione globale. Che, anzi, sfrutti le opportunità del mercato mondiale proprio in virtù della forza del suo marchio. Questi signori che da mesi trattano con UniCredit, non sono benefattori, né solo appassionati, ma uomini d’affari. E come tali, al netto delle perdite registrate negli ultimi mesi e dell’imminente fair play finanziario imposto dall’Uefa, sanno che chi prende la Roma oggi, con i dovuti investimenti, può guadagnarci domani. Quando, magari, si potrà disporre anche di uno stadio di proprietà, al momento una chimera. I numeri Del resto, basta leggere gli ultimi conti per scoprire che il club giallorosso (come la maggioranza delle società sportive italiane) è una Ferrari tenuta e guidata come una Cinquecento. Nel 2009-10 sono stati messi a bilancio ricavi (al netto della gestione calciatori) per 118 milioni di euro: circa 24 arrivano dal botteghino (20%), 7 dagli sponsor (6%), 75 dai diritti televisivi (il 64%, un’enormità). I ricavi da merchandising, incassati dalla Soccer Sas (cui la Roma nel 2007 conferì il ramo d’azienda dedicato proprio a quest’attività), non superano i 7 milioni, praticamente le briciole. Una miseria che gli americani vogliono trasformare in ricchezza. Spendendo oggi e incassando domani. Ecco dove sta l’affare. Se l’Italia glielo consentirà.
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