(Il Messaggero-S.Carina) «Dai, è inutile che ci giriamo intorno: a Claudio voglio bene ma domenica ha preso una “cappellata”. Uno come Totti non si può inserire a un minuto dalla fine. Non scherziamo, mica stiamo parlando di un ragazzino della Primavera».
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Il Capitano divide
(Il Messaggero-S.Carina) «Dai, è inutile che ci giriamo intorno: a Claudio voglio bene ma domenica ha preso una “cappellata”. Uno come Totti non si può inserire a un minuto dalla fine. Non scherziamo, mica stiamo parlando di un ragazzino...
Non usa mezzi terminiCarlo Mazzone nel giudicare la querelle nata a Genova fra Ranieri e il capitano della Roma: «O lo faccio entrare a 20 minuti dalla fine oppure non lo faccio giocare – spiega l’ex tecnico – Con quella scelta Francesco è stato mortificato: fosse accaduto a me, al suo posto non sarei entrato». Il timore di Mazzone è che possa ripetersi quello che accadde qualche anno fa con Giannini: «Ai grandi campioni capita spesso, non appena c’è una flessione, di avere immediatamente un gruppo di persone che ti prendono di mira con il fucile puntato. Anche per Giuseppe fu così e mi auguro di non assistere ad un déjà vu. Sarebbe molto grave e triste sia per l’uomo-Totti che per l’immagine della Roma. Tutti noi abbiamo il dovere, per gratitudine e rispetto nei confronti di questo grandissimo campione, di consentire a Francesco di chiudere alla grande la sua brillante carriera a Roma».
Tuttavia c’è anche chi, come Roberto Pruzzo, non si sorprenderebbe di un finale diverso: «Dare un consiglio a Totti? E’ difficile, quello che vuole fare lo deve decidere lui da solo, senza ascoltare nessuno. E’ chiaro che se si sente ancora protagonista e ha voglia di giocare, deve prendere in considerazione – seppur a malincuore – la possibilità di terminare la carriera da un’altra parte. Capisco che è difficile, soprattutto per uno come lui molto legato alla città e alla maglia. Qualcuno però lo ha fatto, vedi Raul: quando si è sentito chiuso al Real Madrid (dove ha giocato, compresa la trafila nelle giovanili, per 18 anni con 550 presenze e 228 gol nella Liga, ndc) ha pensato bene di andare in Germania. Ma ripeto: è difficile dare consigli. Per quanto mi riguarda, quando non mi sono sentito più protagonista, dopo la parentesi alla Fiorentina, ho smesso di giocare». E non stiamo parlando di un calciatore qualunque. Pruzzo, infatti, con la Roma ha vinto uno scudetto, quattro coppe Italia, tre classifiche dei marcatori, segnato 106 gol e raggiunto la finale di Coppa dei Campioni. A lui, però, non è mai capitato di entrare in campo a tempo scaduto: «Forse perché mi conoscevano – ironizza – e sapevano come avrei reagito... Scherzi a parte, fosse capitato a me quello che è accaduto domenica a Francesco, mi sarei stranito e non poco».
Tocca a Spalletti dire la sua. In passato non sono mancate le discussioni tra lui e il capitano. Sulla querelle Totti-Ranieri, però, il tecnico toscano preferisce entrarci in punta di piedi: «E’ chiaro che un po’ di rapporto con un calciatore del genere bisogna avercelo, ma in questo un allenatore esperto come Ranieri è sicuramente maestro, avendo allenato i più grandi club a livello europeo. Per cui lui saprà rispondere meglio di me». Sulla possibilità di vedere Totti lontano da Roma, invece, ci crede poco: «Non credo a Francesco fuori dalla Roma. Totti è la storia della Roma, sono convinto che sia una persona intelligente e saprà sicuramente interpretare questo ruolo di leader anche quando non verrà utilizzato. Ma attenti, bisogna andarci molto piano nel pensare che Totti sia un giocatore finito perché ha i numeri per dare ancora tanto al calcio italiano nei prossimi anni. È un calciatore di grandissimo estro e qualità. E queste doti non te le può levare nessuno, anche se hai un anno in più sulla carta d’identità»
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