(Il Messaggero - U.Trani) Finalmente anche Vincenzo Montella esulta e sorride per un successo, è la prima volta che succede da quando, il 21 febbraio, è stato promosso dai Giovanissimi Nazionali.
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I primi sorrisi di Montella «Fiero di questi calciatori»
(Il Messaggero – U.Trani) Finalmente anche Vincenzo Montella esulta e sorride per un successo, è la prima volta che succede da quando, il 21 febbraio, è stato promosso dai Giovanissimi Nazionali.
«Perché, a gara conclusa, ho sentito qualcosa dentro di me. E’ stata una gioia particolare. Sono fiero di questi giocatori». Quasi gli trema la voce: «Visto, anche noi siamo da Champions». Parole sospirate con orgoglio e convinzione. Montella festeggia in campo con i suoi giocatori, anche i panchinari che sono andati a portare in trionfo Totti, capace di decidere il match all’ultimo secondo, con l’arbitro Damato che fischia la fine senza nemmeno permettere all’Udinese di andare a centrocampo e tentare l’ultimo assalto. Vincenzo dedica l’abbracio più intenso a Francesco. Sembrano i tempi dello scudetto del 2001, quando insieme esultavano per un gol. Stavolta succede per la vittoria che riporta la Roma in corsa per il quarto posto. L’elogio del tecnico per il capitano non si fa attendere davanti alle telecamere: «Ci ha abituati a vederlo giocare alla grande da centravanti, anche se poi anche Borriello, nell’azione decisiva, si è portato dietro due avversari. È tutto merito suo se Francesco sta facendo questo. Con lui e senza centravanti, gli altri si esprimono meglio».
Sorride quando gli fanno notare che Totti, con il cucchiaio, ha giocato d’azzardo. «Prima della partita sentivo che, non so perché, ci avrebbero dato un rigore e che Francesco lo avrebbe segnato». Non si aspettava però così, con quel dispettoso tocchetto da sotto, lo scavetto da playstation. Mai Montella ha pensato di sostituire Totti, sempre in partita, anche nella prima parte quando la Roma davanti faceva cilecca: «Non avevo intenzione di togliere lui, perché Mirko era stanco, avendo speso molto. Con Borriello cercavo la profondità mentre Francesco si infilava bene tra le linee. Anche Marco ha dato un grosso contributo». Paragona, per lo spirito, questo successo esterno a quello di Lecce, il 4 marzo scorso: «Sicuramente, dopo il pareggio era difficile aver voglia di ripartire. Io sono contentissimo, lo avevamo fatto anche a Lecce.
Abbiamo rischiato pure di perderla, subendo due contropiede. Ma questo fa parte del calcio, sono soddisfatto dell’atteggiamento della squadra». A Udine, come contro la Juve, la Roma ha giocato solo un tempo. Domenica scorsa il primo, al Friuli il secondo: «Nella prima parte non abbiamo lasciato spazi. Nel secondo tempo le squadre si sono allungate, c’è stato più spettacolo anche se gli allenatori non saranno contentissimi di questo. Quasi mai riusciamo a tenere la stessa intensità e qualità per tutta la partita. Ma quando c’è un secondo tempo con questa determinazione vuol dire che il gruppo c’è, anche nei giocatori che giocano meno. E’ un gruppo vero, che vuole togliersi soddisfazioni». Fa i cmplimenti proprio ai panchinari: «E’ importantissima la disponibilità da parte dei giocatori che subentrano. Tutti si allenano con voglia e per me è difficile mandare ogni volta giocatori in tribuna».
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