rassegna stampa roma

I malumori di un gruppo senza guida

(Il Messaggero-S.Carina) «Se non hai voglia di vivere ti uccidi». Sembra una scena del film di Riccardo Freda, “Vedi Napoli e poi muori”. In realtà sono le parole di Ranieri nel post-gara di sabato.

Redazione

(Il Messaggero-S.Carina) «Se non hai voglia di vivere ti uccidi». Sembra una scena del film di Riccardo Freda, “Vedi Napoli e poi muori”. In realtà sono le parole di Ranieri nel post-gara di sabato.

In qualche modo il Napoli c’entra sempre ma fortuna vuole che stavolta si parli solamente di calcio. L’ennesima accusa al gruppo - «Io ho sempre lo stesso entusiasmo, vorrei che l’avessero tutti. L’anno scorso c’era la voglia di correre, di sacrificarsi, di non mollare mai: tutte cose che ora mancano» - mitigata da una presa di coscienza («Se le cose non funzionano è anche colpa mia») alquanto fugace - «L’allenatore, comunque, non può sapere tutto. Un tecnico osserva, sprona, ma fa quello che può» - riporta alla luce i problemi di gestione del gruppo mai sopiti durante la stagione e nascosti solo grazie ad una serie di risultati positivi. Che qualcosa nei rapporti fra il tecnico e la squadra si sia incrinato non è una novità.

Troppi i casi esplosi, rientrati, negati e sottaciuti dall’inizio dell’anno. L’impressione è che la rosa extra-large (di assoluto livello ma non certo quella che l’allenatore aveva in mente prima delle vacanze estive) fornita dalla società a Ranieri alla fine si sia rivelata – insieme al mancato rinnovo contrattuale - una sorta di boomerang. Acquisti imprevisti e dell’ultim’ora (Borriello), l’esplosione di un talento (Menez) e l’abbondanza nel reparto offensivo (6 attaccanti, prima delle partenze a gennaio di Baptista e Okaka, per 2-3 maglie) hanno costretto il tecnico a ripiegare su scelte e moduli non per completa convinzione ma per non alimentare troppi musi lunghi all’interno dello spogliatoio. Risultato: anziché accontentare più di qualcuno, ha scontentato praticamente tutti. E da qui sono nati gli attriti.

In primis con Totti: la sostituzione in Roma-Inter, le accuse di ‘catenaccio’ del capitano dopo la gara contro il Bayern, la decisione mal digerita dal calciatore di vedersi preferito Adriano nella trasferta di Milano, i tre minuti contro la Sampdoria, l’ennesima esclusione l’altra sera contro il Napoli. Un declassamento lento che ha portato il rapporto ai minimi termini. C’è poi Vucinic con il quale Ranieri ha dato vita a vivaci battibecchi con reciproci inviti a cambiare aria. In realtà il montenegrino sarebbe anche andato via e lo ha detto apertamente all’allenatore dopo la doppietta segnata contro il Catania. Società e tecnico hanno però deciso che rimanesse. Come dimenticare la querelle con Pizarro che nelle settimane passate ha visto il cileno (dopo le vacanze di Natale) rimanere in patria per curarsi. La risposta gelida di Ranieri all’epoca, fotografò bene la situazione, nonostante dopo ci sia stata la corsa a smentire qualsiasi divergenza fra le parti: «So che è in contatto con il presidente Sensi, Bruno Conti e lo staff medico: quindi aspetto notizie da loro». Della serie: ‘Io non l’ho sentito. Attendo che qualcuno mi faccia sapere’. Proprio con il centrocampista c’era già stato un vivace scambio di idee dopo la sconfitta all’Olimpico contro il Basilea al quale partecipò, tra gli altri, anche Burdisso, uno dei suoi ‘fedelissimi’. Da annotare anche i malumori con Borriello (nel post-Napoli e dopo la gara di Palermo con l’attaccante reo di essersi ignorato con Totti), il continuo bastone e carota con Menez e Adriano, la gestione di Simplicio (ora inamovibile ma che fino a metà ottobre aveva collezionato 4 tribune e 6 panchine) e qualche incomprensione con Perrotta (sfociata sabato nella sincera analisi del centrocampista: «Il Napoli è organizzato e ha entusiasmo, quello che a noi manca»).

Fino ad arrivare all’ultimo attrito con il ds Pradè (poi rimediato con una rettifica alle parole pronunciate in conferenza stampa) e alla ricerca continua dello scontro con i media («Non faccio l’elenco di chi ci sta buttando fango addosso, ma dopo ricordatevelo e noi ci ricorderemo di voi» oppure «Avete più problemi voi con le vostre mogli e fidanzate a casa che questi ragazzi nello spogliatoio»). Ora Ranieri si ritrova solo. Già in passato ha vissuto situazioni analoghe e quindi sa come uscirne. L’augurio è che ce la faccia anche stavolta, magari rispolverando il soprannome di ‘Claudio Martello’ che tanto gli era piaciuto ricevere lo scorso anno ma che spesso si è dimenticato di essere negli ultimi tempi.