(Il Romanista - V.Meta) - Sembra essere il confronto fra l’esperto Edy Reja e il debuttante Vincenzo Montella il tema ricorrente di questa vigilia di derby. Forse non tutti sanno che durante i diciotto mesi in cui è rimasto alla guida dei Giovanissimi Nazionali, il tecnico romanista contro la Lazio ha conosciuto un solo risultato: la vittoria, naturalmente.
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I gioielli di Montella l’invincibile
(Il Romanista – V.Meta) – Sembra essere il confronto fra l’esperto Edy Reja e il debuttante Vincenzo Montella il tema ricorrente di questa vigilia di derby. Forse non tutti sanno che durante i diciotto mesi in cui è rimasto alla...
D’altra parte, per chi passerà alla storia come l’autore del famigerato poker in Lazio-Roma 1-5, la tradizione contro i biancocelesti non poteva interrompersi solo per il passaggio dal campo alla panchina. Quattro su quattro, undici gol fatti, appena due subiti: questi i numeri di Montella nelle quattro occasioni in cui ha incrociato la Lazio fra campionato e tornei, prima con i ’95 (che ha portato a un passo dallo scudetto), poi con i ’96. Il suo debutto in panchina contro i biancocelesti risale al 21 novembre 2009. Roma in vantaggio con Jacopo Ferri, risponde la Lazio con una punizione del figlio d’arte Rocco Giordano. A inizio ripresa, Montella prova a scuotere i suoi passando dal 4-2-3-1 al 4-4-2, grazie all’inserimento dell’esterno Cristian Anastasio. È la mossa decisiva, perché proprio lui mette la firma sulla rete che regala alla Roma vittoria e supremazia cittadina, per di più a una manciata di secondi dallo scadere. «Mi sono emozionato» dice quel giorno un raggiante Montella e c’è da credergli. Al ritorno a Trigoria va in scena una partita senza storia: i giallorossi, ormai lanciati verso le fasi finali grazie a un distacco abissale sulla seconda in classifica, asfaltano i cugini con il tris firmato ancora Ferri, Catania e Lucatelli. Sempre ai ’95 si deve il risultato più largo, un 4-0 rifilato ai cugini il sabato di Pasqua nella finale di un torneo riservato sgli Under 16. A segno stavolta ci vanno Casciani, Lucatelli, Battaglia e Fedeli. A invertire la tendenza non basta il cambio di annata. Dopo aver sfiorato il tricolore, Montella è confermato sulla panchina dei Giovanissimi, composti quest’anno dal gruppo dei ’96, attualmente imbattuto in campionato grazie alle ventitré vittorie in altrettante partite ottenute dalla squadra ora guidata da Massimiliano Catini. Qui le statistiche parlano di un solo sconto, quello andato in scena a Trigoria all’inizio di dicembre. Per la Lazio non c’è niente da fare: Martinozzi, Ansini e Damiani non lasciano scampo ai biancolesti, al termine di un match dominato a tal punto che alla fine Montella riesce a fare il distaccato: «Vincere un derby fa sempre piacere, ma ormai sia io sia i ragazzi ne abbiamo qualcuno alle spalle e l’emozione passa in secondo piano». Difficile che l’emozione, scacciata con i ragazzini, non lo accompagni al suo ingresso all’Olimpico per la sua prima volta in un deby senza la maglia numero nove sulle spalle e in bocca il sapore buono di quel poker. Si sbaglia chi lo accusa di inesperienza: come si fa a battere la Lazio è una cosa che Montella sa perfettament
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