rassegna stampa roma

Firenze, l’ultimo tabù del Capitano

(Il Romanista-G.Dell’Artri) Pensate agli stadi più importanti. Pensate agli stadi delle squadre più blasonate d’Italia, a quelle con più tradizione. Fatto? Bene, Francesco Totti ha segnato in casa loro almeno una volta.

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(Il Romanista-G.Dell'Artri) Pensate agli stadi più importanti. Pensate agli stadi delle squadre più blasonate d’Italia, a quelle con più tradizione. Fatto? Bene, Francesco Totti ha segnato in casa loro almeno una volta.

Al Milan, all’Inter, alla Juve, al Napoli, alla Samp, al Genoa. Insomma, il capitano ha timbrato il cartellino con tutte, tranne una. A Firenze con la Fiorentina.

Eh sì, perché a fronte di tantissime reti segnate ai viola in casa, al Franchi non ci è mai riuscito. Un vero e proprio tabù. L’ultimo. Con la possibilità di infrangerlo domenica magari sull’onda dell’entusiasmo di quei due gol al derby che hanno fatto impazzire i romanisti, che hanno fatto agitare tante “manite” e che a Francesco hanno dato un’ulteriore carica. Lo ha raccontato a caldo, lo ha ribadito lunedì, lo ha fatto anche ieri. «Ho cercato di studiare le strategie dei difensori avversari – ha detto a proposito dei giocatori della Lazio parlando al Corriere dello Sport -. Ho previsto i loro comportamenti e anche l’alternanza della marcatura dei due centrali su di me. Siamo stati molto corti tra i reparti e questo ci ha permesso di coprire tutte le zone del campo al meglio, senza rischiare quasi mai. Ora dobbiamo concentrarci per la delicata trasferta di Firenze, la squadra viola viene da un discreto periodo di forma e ha messo in difficoltà tutte le avversarie che ha incontrato recentemente. Dobbiamo preparare bene questa partita, perché non ci posiamo permettere ulteriori passi falsi in campionato se vogliamo raggiungere la zona Champions, che resta il nostro obiettivo».

Un obiettivo che passa anche per il Franchi, lo stadio tabù. Eppure quella di domenica alle 12.30 (altro orario bizzarro, dopo che nell’aprile del 2001, nell’anno dello scudetto, la Roma fu costretta a giocarci di lunedì, ispirando lo striscione “siamo tutti parrucchieri”), sembra l’occasione perfetta per sbloccarsi. Perché sarebbe doppia festa (addirittura tripla, se oltre al gol arrivassero anche i 3 punti). La prima festa per la rete al Franchi, la seconda per il gol numero 200 in Serie A. Con la doppietta alla Lazio, Francesco è arrivato a quota 199, vale a dire a meno sei da Roberto Baggio che, per il momento, occupa la quinta posizione nella classifica dei marcatori di tutti i tempi del nostro campionato. Un obiettivo ormai a vista. Poi, una volta superato Baggio, davanti a lui ci sarebbero solamente l’irraggiungibile Piola (a quota 274), Nordahl (225) e la coppia Meazza-Altafini (a 216). Il terzo gradino del podio è dunque un traguardo possibile. A patto che non si guardi troppo in là, che non si viva come un peso. A Francesco non resta che compiere un passo alla volta, facendo né più né meno di quello che ha sempre fatto da quando ha iniziato a tirare calci ad un pallone. Magari godendosi ogni traguardo raggiunto, ogni record battuto. Era il 3 ottobre del 2004, ancora agli inizi di un’annata da dimenticare, quando il capitano riuscì a regalare e regalarsi un sorriso pennellando una punizione contro l’Inter (la partita finì 3-3). Era il gol numero 100. Poche settimane dopo ecco la doppietta contro il Parma che gli permise di festeggiare i 107 gol con la maglia della Roma e di superare il bomber Roberto Pruzzo. Un altro record. Uno dei tanti che ha stracciato: record di presenze, di gol, di tutto. Il numero 100 contro l’Inter. Il centro numero 200 in assoluto, invece, lo fece entrando dalla panchina. Era la stagione 2007-2008, e negli ottavi di Coppa Italia c’era da rimontare un 3-1 subito all’andata dal Torino. Pochi minuti e la qualificazione è servita, con tanto di doppietta per il 4-0 finale. Al termine della partita Francesco commentò: «Il gol numero 200 con la Roma era uno dei miei sogni e l’ho realizzato nel mio stadio ».

Ora ad un passo c’è il numero 200 in campionato. E anche se non arrivasse all’Olimpico ma al Franchi di Firenze, siamo certi che Francesco non ci rimarrebbe affatto male. Anzi è esattamente quello che cerca. Quello che vuole il Re di Roma.