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Falcao: «Totti? Basta la parola»

(Il Romanista-P.Moure) «Di Totti è inutile parlare, perché l’ho sempre considerato un grande fuoriclasse ». Così Paulo Roberto Falcao mi ha risposto appena gli ho raccontato nel dettaglio come era andato il derby di domenica scorsa.

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(Il Romanista-P.Moure) «Di Totti è inutile parlare, perché l’ho sempre considerato un grande fuoriclasse ». Così Paulo Roberto Falcao mi ha risposto appena gli ho raccontato nel dettaglio come era andato il derby di domenica scorsa.

Una giornata goduriosa, che il divino avrebbe voluto trascorrere come i milioni di tifosi romanisti che non erano allo stadio. Ovvero a casa, a soffrire davanti alla televisione.

Paulo aveva già programmato tutto, perché, per una fortunata coincidenza, domenica non aveva i consueti impegni con la televisione. Sulla carta aveva la possibilità di vedersi con tranquillità la partita delle partite. Sulla carta, perché in realtà domenica mattina la Net, la tv via cavo che trasmette le partite, ha deciso di non funzionare. E ormai era troppo tardi per venire qui da me che vivo dall’altra parte di Porto Alegre. Morale della favola, non si è potuto vedere il derby, ma lunedì ci siamo sentiti e gli ho raccontato tutto nei dettagli. Bene, anche lui è convinto che questa vittoria darà una grande spinta emotiva a tutta la squadra: «Vincere un derby è sempre importante perché dà morale a qualunque squadra», mi ha detto. Già, i derby.

Negli anni in cui Paolo è stato a Roma, in realtà non ce ne sono stati tanti, perché la Lazio è stata a lungo in Serie B. Di fatto per i primi tre anni nella Capitale in campionato non ci sono stati scontri con i biancocelesti. Eppure alla prima occasione, nel campionato ’83-84, fu subito vittoria. «Avrei voluto giocarne di più – ha spiegato Paolo -. Vincere il derby è sempre qualcosa di speciale». Evidentemente ancora ricorda bene quel 23 ottobre 1983, giorno in cui la Roma con lo scudetto sul petto si ritrovò di fronte la Lazio nepromossa e ci mise solo 3 minuti a far capire che non ce ne sarebbe stato per nessuno. Prima Nela, poi Pruzzo, e tutti a casa. Il primo derby vinto non si scorda mai. E non si dimenticano neppure i cinque appena messi in fila, l’ultimo dei quali segnato dalle giocate di Totti. «Lui è sempre forte – mi ha ribadito Paulo -. I giocatoti bravi escono fuori nelle gare importanti».

Totti, certo, del quale «è inutile parlare perché l’ho sempre considerato un fuoriclasse». Ma non solo. Perché c’è anche Pizarro «che è un signor giocatore» e poi Juan. Falcao si è soffermato a parlare del difensore che si sta riscattando dopo qualche prestazione opaca nel corso della stagione: «Questo sa cosa significa essere un grande difensore – ha detto -. E’ troppo bravo. E vederlo così, con la maglia della Roma mi rende orgoglioso ». Il motivo? Basta fare un salto indietro di qualche anno, al periodo in cui la Roma lo stava trattando con il Bayer Leverkusen. «Quando l’hanno acquistato, ho dato il mio ok parlando con Bruno Conti».

C’è dunque anche un po di Falcao in questa Roma che sta tentando di riprendersi. Come ci sta provando De Rossi, che contro la Lazio ha sfoderato una grande prestazione. Uno che non si può mettere in discussione solo per il brutto gesto di Donetsk o per una serie di partite così così. «De Rossi? E’ normale – ha detto Paulo - che possa attraversare un momento no. Ma poi i grandi sono capaci di uscire fuori dalle situazioni difficili. Perché hanno il vantaggio di saper giocare al calcio». Questione di piedi e di testa, di convinzione nei propri mezzi. Di sapere che i grandi obiettivi si possono centrare se ci si crede. Come quando, appena sbarcato a Roma, lui disse che quella squadra doveva vincere lo scudetto. Roba che solo pensarlo faceva venire i brividi. E invece in tre anni quella previsione folle divenne realtà.

Adesso la vetta della classifica pare troppo lontana, ma dal 2-0 alla Lazio la Roma può comunque ripartire per puntare ai traguardi più ambiziosi: «Vincere un derby – ha concluso Falcao - è sempre importante. Perché da morale a qualunque squadra, bisogna continuare con lo stesso spirito già nella prossima a Firenze. La Roma può ancora dire la sua in questo campionato»