(Gazzetta dello Sport-A.Catapano) Di fronte a questo ennesimo psicodramma, e al suo puntuale scadimento in farsa, con le accuse che diventano frecciatine, poi retromarce, infine mozioni degli affetti, viene subito in mente la celebre esortazione di Eduardo: «A dda passa’ ’ a nuttata» .
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E Rosella Sensi li bacchetta «Adesso basta autolesionismo»
(Gazzetta dello Sport-A.Catapano) Di fronte a questo ennesimo psicodramma, e al suo puntuale scadimento in farsa, con le accuse che diventano frecciatine, poi retromarce, infine mozioni degli affetti, viene subito in mente la celebre esortazione...
Come se ne esce? Perché la frattura tra i due pare ormai insanabile. E dunque tutto ciò che ne consegue — battutine, musi lunghi, sguardi torvi, belle parole davanti ai microfoni, guerre di logoramento dietro — resta e resterà fino a «eliminazione» di uno dei contendenti. Ovviamente non Totti. Che si lamenta, vagheggia mete esotiche, ma in realtà non ha alcuna intenzione di andare a svernare negli Stati Uniti o negli Emirati. Non ha bisogno di tanti dollari lì quando ha tantissimi euro qui, e fino al 2014. Una destinazione più consona — la Liga spagnola? — potrebbe anche solleticarlo, ma Totti si sente il re di Roma e vuole restare sul trono. Sarà lui, e non un Ranieri qualsiasi, a decidere quando abdicare. E per allora, con ogni probabilità, Ranieri da un pezzo non sarà più allenatore della Roma, magari sarà già sbarcato l’amico Ancelotti, e intanto il successore della Sensi, pronti via, non potrà prescindere dal capitano, il simbolo di Roma, altrimenti sai che guerra civile.
Fate i bravi Nel frattempo, aspettando che si completi lo scenario e augurandosi, magari, che i due trovino il modo di convivere (con Totti sempre in campo?), è di ieri sera pure l’invocato richiamo all’ordine di Rosella Sensi, presidente a tempo. «È arrivato il momento di pensare unicamente al lavoro e ai risultati. La Roma ha una rosa competitiva, ma gli effetti di questa abbondanza non sono stati compresi. La concorrenza deve essere uno stimolo, non può essere vissuta come una sofferenza. Chi ama questa maglia deve solo prepararsi e dare risposte professionali. Non giustifico atteggiamenti autolesionistici da parte di nessuno. A Totti dico che più di ogni altro è stato messo al centro del nostro progetto per farne in futuro, il più tardi possibile, un dirigente. Dico quindi al mio capitano, anche se la famiglia Sensi presto lascerà la Roma, di pensare alla responsabilità che insieme ci siamo presi nei confronti di una tifoseria, di una città. La continuità della Roma va tutelata attraverso fatti, parole e comportamenti» . Come si dice da queste parti, quando ce vo ce vo.
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