rassegna stampa roma

E ora il socio romano dei nuovi proprietari. C’è Angelini in pole

(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) I russi e gli americani. I romani e i bostoniani. La firma sul contratto preliminare, finalmente: arrivata dopo un’altra attesa lunghissima, dopo la trattativa non stop nella notte c’è voluta una...

Redazione

(Gazzetta dello Sport - A.Catapano) I russi e gli americani. I romani e i bostoniani. La firma sul contratto preliminare, finalmente: arrivata dopo un’altra attesa lunghissima, dopo la trattativa non stop nella notte c’è voluta una giornata per completare contratti e allegati.

Gli studi legali — Tonucci, Bingham, Carbonetti, Grimaldi— i veri protagonisti di questi giorni americani. Dall’altra parte del mare, Rosella Sensi: da oggi è il passato. Cede il testimone, accompagna il passaggio di consegne collegata da casa, può soltanto prenderne atto e fare l’in bocca al lupo. Una banca, Uni-Credit, che ha trattato direttamente, per mesi, facendo spesso la faccia cattiva, ma al dunque ha portato a casa il risultato.

PRECEDENTISette anni di corteggiamenti e tradimenti, amori promessi e rinnegati, porte aperte e sbattute in faccia. La Nafta Moskva nel 2004: ricacciata in Russia da un blitz improvviso della Guardia di Finanza. George Soros nel 2008: esaurito dall’ultimo bluff di Rosella Sensi. Vinicio Fioranelli nel 2009: scartato per mancanza di garanzie, prima ancora che intervenissero Consob e Procura. Thomas Di-Benedetto nel 2011: l’uomo che ha fatto l’impresa. Sette anni dentro un contenitore che abbraccia un ventennio, la gestione dei Sensi— con trionfi, ombre e debiti— su cui ieri è calato il sipario.

NIENTE PAURA Si apre una nuova era, che si annuncia rivoluzionaria per protagonisti (i primi proprietari stranieri, la convivenza con UniCredit, la prossima apertura ad un socio romano, probabilmente l’imprenditore farmaceutico Francesco Angelini) e contenuti (punti chiave del progetto innovativi per l’arcaico sistema Italia). Quattro soci, quattro amici, quattro milionari. DiBenedetto, da solo, si sarebbe potuto imbarcare in questa avventura: aveva la liquidità sufficiente per farlo. James Pallotta, manco a dirlo, è il «re degli hedge fund» . Richard D’Amore ha accumulato una fortuna nel venture capital. Infine, last but not least, Michael Ruane: immobiliarista, finanziere, gestisce un portafoglio di 8 miliardi di dollari. Se vi sembrano pochi...