(Il Romanista - B. Devecchi) - In un giorno di festa, di manite al cielo, di romanisti che gongolano, di fotomontaggi con Totti in versione Obi-Wan Kenobi che impugna la spada laser per accecare Muslera e Reja che chiede l’aiuto a casa dell’Inter per sapere quanti derby ha vinto nell’ultimo anno, noi fratelli giallorossi dovremmo ricordarci dei più sfortunati. Dei laziali.
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E la “Rosicanza” continua
(Il Romanista – B. Devecchi) – In un giorno di festa, di manite al cielo, di romanisti che gongolano, di fotomontaggi con Totti in versione Obi-Wan Kenobi che impugna la spada laser per accecare Muslera e Reja che chiede l’aiuto a...
Perché la Rosicanza, ahinoi, è davvero una brutta bestia. Una patologia grave. Nel day after, essere romanisti è ancora più fico. Sul web spopolano la SS Lazio che diventa la SS Laser e, viceversa, il laser che muta in Lazier. Oppure: Muslera-Muslaser. E’ una goduria ascoltare Radio Sei, Radio Incontro, ma soprattutto Teleradiostereo dell’immenso, immarcescibile, fantasmagorico Guidone De Angelis, che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. I luoghi comuni si sprecano. La Juve del terzo millennio l’avevamo già sentita. La comunicazione che ce l’ha con loro, pure. E del Palazzo che è antilaziale non ne parliamo.
La “Rosicanza” ha avuto effetti devastanti sulla salute dei tifosi biancocelesti. Ma pure su quella dei loro dirigenti. In primis, quella di Claudio Lotito. Il presidente ha dato mandato all’avvocato Gentile di capire se ci sono i margini per un ricorso che punti a non omologare il risultato. Una barzelletta che fa infuriare ancora di più i laziali.
Anche perché, come spiegava ieri a Radio Sportiva lo specialista in oculistica Massimiliano Tedeschi, «il laser non può dare problemi a livelli della retina dell’occhio e non può avere creato delle difficoltà a Muslera. Quel laser lo nota chi lo vede e non chi lo riceve. In situazioni come quelle di Domenica, il laser di per sé, indirizzato da quelle distanze, dovrebbe colpire proprio la pupilla per causare disturbo. Invece Muslera è colpito sul volto, sulla fronte, sulle guance». Ma no, fateglielo fare lo stesso il ricorso. Tra un derby vinto e l’altro, ci sta bene un intermezzo comico.
Non fa invece ridere la decisione del giudice sportivo Gianpaolo Tosel, che ha assolto Matuzalem per la pedata in faccia a Totti. «La prova tv – si legge - non ha permesso di accertare oltre ogni ragionevole dubbio, un giudizio certo circa l’intenzionalità lesiva, che connota la condotta violenta». Tagliavento ha fatto sapere via mail di non avere «visto e rilevato nulla». Prosegue l’arbitro: «Ho chiesto via auricolare al mio IV ufficiale di gara sig. Antonio Damato cosa fosse successo e lui mi riferiva che Matuzalem, involontariamente, prendeva sul viso Totti con un piede. Per queste motivazioni non sono stati presi provvedimenti disciplinari». La decisione di Tosel lascia perplesso un guru del giornalismo sportivo come Rino Tommasi, che nel pomeriggio, prima della sentenza, censurava così quel gesto: «Se gli danno dieci giornate fanno bene, è il minimo». Al “Romanista”, Tommasi conferma la sua impressione: «Secondo me, il brasiliano voleva colpire Totti. Il problema è che è difficile dimostrarlo. Nel mio precedente intervento volevo dire che, se il giocatore fosse stato colpevole, due giornate sarebbero state troppo poche. In episodi come questo, non ci sono vie di mezzo. O lo assolvi o gli dai dieci giornate. Ripeto, la mia impressione è che Matuzalem l’avesse fatto apposta». E’ anche la nostra.
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