rassegna stampa roma

DiBenedetto vuole Buffon a Roma

(Leggo – F. Balzani) – «Un Superman per far volare la Roma». Il primo desiderio degli americani, ormai prossimi a rilevare la società giallorossa, ha un nome e un cognome: Gianluigi Buffon.

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(Leggo - F. Balzani) - «Un Superman per far volare la Roma». Il primo desiderio degli americani, ormai prossimi a rilevare la società giallorossa, ha un nome e un cognome: Gianluigi Buffon.

Uno che di certo non ha bisogno di presentazioni e che rientra alla perfezione nel progetto commerciale d’immagine della nuova Roma a stelle e strisce. «Serve un forte goalkeeper, un vero Number One», avrebbe confidato DiBenedetto ai suoi collaboratori dopo aver assistito alla disastrosa prestazione di Doni a Firenze. Il nome di Buffon d’altronde circola già da alcuni mesi a Trigoria nonostante la sua non più giovanissima età (33 anni). Il portiere bianconero qualche settimana fa aveva allontanato con i pugni la possibilità di lasciare Torino: «Penso solo alla Juve. Nessuna tentazione, nemmeno dalla Roma». In questi giorni però le cose sono cambiate: Buffon è entrato in conflitto con la nuova dirigenza non convinta di rinnovare un contratto così pesante, soprattutto dopo i tanti infortuni e le sue recenti prestazioni. La nuova proposta juventina ridurrebbe il suo ingaggio da 5,5 a 3,7 milioni a stagione: e non è piaciuta al portiere che per «amore della maglia» scelse di restare anche nell’anno della serie B. Va detto che neanche con Del Neri Buffon ha un gran feeling (il tecnico preferisce Storari). «Il mio futuro? Ne parliamo a fine stagione, ora è inutile», ha dichiarato ieri a Coverciano il Gigi nazionale lasciando aperta la porta a una possibile cessione. Poi l’elogio a De Rossi e Totti. Con il capitano giallorosso, oltre a stima professionale, c’è una profonda amicizia che potrebbe influire non poco sulla scelta del portiere, già vicino in passato a vestire la maglia giallorossa. Nel 2001, la stagione post-scudetto, Capello chiese a Franco Sensi il suo ingaggio. Buffon, che era al Parma, diede subito la disponibilità: aveva ancora negli occhi la festa scudetto e i cori dei tifosi giallorossi che lo invitano a gran voce nella capitale. Poi piombò la Juve di Moggi con un’offerta faraonica (75 miliardi di lire più Bachini, per un totale di 105 miliardi) e il matrimonio saltò. La Roma ripiegò su Pelizzoli. Il paragone, oggi come allora, appare improponibile. Mentre Buffon collezionava scudetti, coppe, premi e applausi da tutto il mondo, la Roma cambiava portieri come si sfogliano margherite: Antonioli, Curci, Zotti, Julio Sergio, Lobont e Doni. Oggi, a distanza di dieci anni, quel matrimonio si può fare davvero.