(Il Romanista - F.Bovaio) Stasera, nel gelo di Donetsk, Daniele De Rossi giocherà la sua partita ufficiale numero 350 con la Roma tra campionato e coppe. A pensarci bene trecentocinquanta (proprio così, tutto per esteso) è un numero lungo e importante anche solo a scriverlo, figuratevi a raggiungerlo sul campo in gare ufficiali.
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De Rossi stasera dice 350
(Il Romanista – F.Bovaio) Stasera, nel gelo di Donetsk, Daniele De Rossi giocherà la sua partita ufficiale numero 350 con la Roma tra campionato e coppe. A pensarci bene trecentocinquanta (proprio così, tutto per esteso) è un numero lungo...
Un bottino di partite così consistente al punto di aver già avuto come prima conseguenza quella di inserire il buon Daniele tra gli immortali miti giallorossi di sempre. Un obiettivo che forse neanche lui pensava di raggiungere così presto quando Capello lo fece esordire in prima squadra all’Olimpico in una partita di Champions contro i belgi dell’Anderlecht. Era il 30 ottobre del 2001 e l’allora diciottenne De Rossi, per uno strano caso del destino, non aveva ancora giocato un minuto in serie A. Capita raramente di vedere un giovane lanciato in Champions senza avere alle spalle neppure un’apparizione nel massimo campionato. A lui è successo e anche questo fa capire quanto sia un predestinato.La prima gara in serie A arrivò solo un anno e mezzo dopo (il 25-1-2003, Como Roma 2-0) e da quel momento per lui sonostate quasi tutte presenze da titolare: ben 240 delle 242 nella massima serie, che lo ha visto subentrare dalla panchina solo in Ascoli-Roma 1-1 del 3 marzo 2007 e in Catania-Roma 0-2 del 7 aprile 2007. A queste gare in A, per arrivare alle 350 generali di oggi, si aggiungono poi le 62 in Europa (37in Champions League, 13 in Coppa Uefa e12 in Europa League), le 41 in Coppa Italia e le 4 collezionate nelle finali della Supercoppa Italiana giocate negli ultimi anni dalla Roma, che di queste ne ha vinta solo una proprio grazie ad un suo calcio di rigore. Per De Rossi quella in corso è la decima stagione in prima squadra, una in meno di quante ne collezionarono altri due immensi centrocampisti della nostra storia quali il "dottore" Fulvio Bernardini (dal 1928 al 1939) e capitan Di Bartolomei, che divise il suo periodo nella Roma in due parti (1972/75 e 1976/84). E dato che lui è ormai una delle bandiere del club tutti sperano di vedergli rinnovato il contratto che scadrà nel 2012(quando avrà 29 anni) in modo tale da poter tentare la scalata alla classifica dei romanisti più longevi di sempre, oggi guidata dal suo compagno di squadra Totti con 19 stagioni e dal suo dirigente Bruno Conti, che lo segue a quota 16, seppur suddivise in tre diversi periodi (1973/75 ? 1976/78e 1979/91). De Rossi è sulla buona strada per raggiungerli, sempre se la nuova proprietà vorrà tenerlo in organico. Ma perché dubitarne? Arrivare e venderlo non sarebbe certo un buon biglietto da visita per i nuovi, dunque è probabile che De Rossi sarà con noi ancora a lungo, pronto a prendere per mano una squadra che di leader ha bisogno come il pane. A cominciare da stasera, quando a Donetsk si giocherà le residue speranze di qualificarsi ai quarti di questa Champions League che nessuno ha intenzione di salutare in anticipo.
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