rassegna stampa roma

«Quella sera in Curva…»

(Il Romanista – D.Angelino) Dal cantiere ai migliori palcoscenici d’Italia. Dai 14 anni passati a realizzare controsoffitti alle 14 mila persone assiepate nella Curva Sud per un suo spettacolo.

Redazione

(Il Romanista - D.Angelino) Dal cantiere ai migliori palcoscenici d’Italia. Dai 14 anni passati a realizzare controsoffitti alle 14 mila persone assiepate nella Curva Sud per un suo spettacolo.

«Il mio sogno nel cassetto realizzato» ha detto Antonio Giuliani, 44 anni e 20 di carriera, romano e romanista. «Spero ancora nella Champions e mi auguro che gli americani facciano una squadra su misura per questa città» ha confessato. Per celebrare i vent’anni in scena il comico sarà domani e dopodomani al Gran Teatro di viale Tor di Quinto con lo spettacolo "The One Man Show…Goes On". Giuliani,emozionato? Sì. Nello spettacolo ripercorreremo vent’anni di carriera con un percorso: dall’Antonio Giuliani degli albori a quello dei giorni nostri. A proposito di pubblico:è stato difficile affrontarlo e soddisfarlo in questi anni? È stato più difficile soddisfarlo che affrontarlo. Perché scrivere tutti gli anni uno spettacolo nuovo è la cosa più difficile di questo lavoro. Un ricordo che le è rimasto nel cuore. Sicuramente l’esibizione sotto la Curva Sud del 2003. Alla fine ho pianto. Quella sera, vedendo quasi 14 mila persone venute per me che mi hanno fatto la standing ovation...È stata la realizzazione del mio sogno nel cassetto: fare un mio spettacolo nella mia città, nello stadio della mia squadra. Per questo mi sento molto fortunato. C’è mai stato un momento in cui ha pensato di cambiare mestiere? No, perché ho sempre visto tanta gente ai miei spettacoli. Però un pensiero continuo alla speranza che lo spettacolo vada bene, che sia meglio di quello dell’anno precedente. Questo c’è sempre, così come la paura di non riuscire a far ridere per le due ore dello show. La Roma è la sua grande passione.Crede ancora nel quarto posto? Ci sono ancora sette partite, ma bisognerebbe essere più incisivi. Ci spero, perché la Champions League dà lustro e se non la disputi è più difficile che un giocatore importante venga. E sul futuro americano? Siamo ad una svolta. Speriamo che riescano a fare una squadra su misura per questa città, perché l’amore che hanno i tifosi della Roma per la propria squadra non ce l’ha nessun altro tipo di tifoso. Un motivo per venire a vederla a teatro. Il motivo per venire a vedere lo spettacolo è il ringraziamento che faccio al pubblico, per quello che ha fatto per me in questi vent’anni. Non ci fosse stata la risonanza datami dalla presenza massiccia della gente alle mie esibizioni nessuno si sarebbe accorto di me. Chi non mi conosce, inoltre, può vedere l’Antonio Giuliani dei vecchi tempi, quando mi chiamavano "Macchinetta" perché sparavo cinquecento battute al minuto senza dare alla gente neanche il tempo di battere le mani.