(Corriere dello Sport - R.Loria) - Sette anni. Quasi una vita per la carriera così breve di un calciatore. Tanto è passato da quell’estate del 2004 in cui la Roma, rimasta orfana di Samuel, andò in Francia a cercare il suo erede.
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Dal tumultuoso divorzio dall’Auxerre al crac di domenica: 7 anni da romano vero
(Corriere dello Sport – R.Loria) – Sette anni. Quasi una vita per la carriera così breve di un calciatore. Tanto è passato da quell’estate del 2004 in cui la Roma, rimasta orfana di Samuel, andò in Francia a cercare il suo erede.
E lo trovò che vestiva la maglia dell’Auxerre: ventidue anni, fisico statuario, uno dei talenti emergenti del calcio transalpino. La Roma corteggia Philippe Mexes e lo convince a provare il grande salto nel campionato italiano. Un salto che incontra subito le prime difficoltà. Non sono ostacoli tecnici, ma di natura burocratica. L’Auxerre accusa la Roma di aver fatto sottoscrivere al giocatore un contratto mentre era ancora vincolato con la squadra francese. La vicenda finisce sui banchi del TAS, il tribunale arbitrale sportivo e con la Roma obbligata a pagare un indennizzo di 8 milioni, oltre a un blocco delle operazioni per due finestre di mercato. Non un buon modo per iniziare la sua avventura romana, e anche la prima stagione, quella dei quattro allenatori, non è facile né per lui, né per la squadra. Il rendimento non è quello atteso, i tifosi spesso lo contestano. SPALLETTI - Nell’estate 2005 tutto cambia. Arriva Luciano Spalletti che lancia il suo progetto tecnico e fa di Philippe Mexes il cardine della sua difesa e uno degli idoli del tifo romanista. Il francese diventa titolare e realizza anche tre gol in campionato. Il vento è cambiato e nelle stagioni successive la Roma e Mexes volano: due coppe Italia, una Supercoppa italiana, le splendide avventure in Champions League. Arrivano quindi gli inseguimenti all’Inter, con lo scudetto sfiorato nell’annata 2007/ 08. Sono anni, quelli romani, in cui non mancano anche i momenti difficili, con qualche espulsione e alcune distrazioni di troppo. RANIERI - Quando l’era Spalletti finisce, sembra oscurarsi anche la stella di Mexes. Arriva Ranieri, ma soprattutto arriva Nicolas Burdisso, che mette per la prima volta in discussione la leadership difensiva del francese. La Roma vola nella rimonta all’Inter di Mourinho. Il francese meno, ma pur non essendo più uno degli inamovibili piange lacrime sincere in panchina il giorno dell’addio ai sogni scudetto contro la Sampdoria. Mexes piange ma non si abbatte e quest’anno torna protagonista assoluto, forse tra i più convincenti di una stagione piena di alti e bassi. Protagonista, nonostante un contratto in scadenza e un rinnovo mai sottoscritto. Protagonista fino alla sfida alla maledetta sfida con la Juventus.
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