rassegna stampa roma

Competenza, macchinari, professionalità. E gli infortuni calano

(Il Romanista – D.Giannini) – Il Milan ha in questo momento 11 giocatori ko, la Juventus 7, quelli dell’Inter ormai neppure si contano più. Quasi tutte le grandi del nostro campionato hanno lanciato l’allarme infortuni. Quasi...

Redazione

(Il Romanista - D.Giannini) - Il Milan ha in questo momento 11 giocatori ko, la Juventus 7, quelli dell’Inter ormai neppure si contano più. Quasi tutte le grandi del nostro campionato hanno lanciato l’allarme infortuni. Quasi tutte. Perché la Roma, facendo i debiti scongiuri, sotto questo aspetto non si può lamentare più di tanto.

Un caso? Improbabile. Piuttosto il frutto di un’organizzazione del lavoro che parte da lontano, dall’inizio della scorsa stagione. Dal campionato 2009-2010, infatti, il settore medico della Roma (che ha come responsabile sanitario il dottor Vincenzo Affinito e come responsabile della prima squadra e del settore giovanile il dottor Luca Pengue) è stato profondamente cambiato. E’ arrivato, ad esempio, un nuovo fisioterapista: Silvano Cotti. Uno che, prima di scegliere la capitale, è stato al Chelsea, ha avuto esperienze con Inter e Milan, ed è stato fisioterapista della nazionale campione del mondo. Una scelta, la sua, fatta per completare un settore che già poteva vantare l’esperienza e la professionalità di Silio Musa. Silvano Cotti è infatti competente soprattutto per le problematiche muscololegamentose, mentre Silio Musa lo è per tutto quello che riguarda le articolazioni e la riabilitazione vera e propria. Loro due sono le cosiddette punte di diamante o, ancora meglio, la punta dell’iceberg. Perché sono cambiati tutti i fisioteraspisti giallorossi. In totale sono 5, oltre ovviamente a Giorgi Rossi che rappresenta la storia del club. Gli altri portati in prima squadra sono tutti cresciuti nel settore giovanile. La Roma ha preso dei ragazzi che nel corso degli anni si erano distinti per preparazione e risultati e ha cercato di dare nuova spinta al settore. Uomini preparati, dunque, ma non solo.

Anche attrezzature di primissimo livello. A Trigoria sono stati messi a punto degli accordi con società che forniscono apparecchiature di ultima generazione. Un esempio? La Roma è la prima squadra in Italia ad avere un tapis roulant anti gravitazionale che permette ai calciatori di correre in assenza di gravità. Una tecnologia fondamentale per tutte le patologie a carico di caviglie e ginocchia, perché permette di correre togliendo il peso. Il che significa non dover praticamente mai fermare i giocatori. Una strumentazione che nasce alla Nasa, dove veniva utilizzata per gli astronauti di ritorno dalla stazione orbitante, che avevano difficoltà a riprendere la gestualità del movimento. Ma questo macchinario ha applicazioni straordinarie anche nel campo dello sport, tanto che adesso l’ha richiesto e ottenuto anche il Chelsea.

E poi è stato siglato un accordo fondamentale con il Policlinico Gemelli. Al quale la società ha deciso di affidarsi per la diagnostica e la traumatologia. Una struttura che permette alla Roma di essere coperta su tutte le specialità: la medicina interna, la radiologia, l’ortopedia, l’oculistica. Professionisti di alto livello, garanzia quindi di professionalità, con alle spalle l’università. E, come è facile immaginare, una struttura universitaria ha prima di tutti accesso a nuove tecniche. Una piccola rivoluzione, quella partita con l’inizio della scorsa stagione. Che coinvolge la prima squadra ma anche il settore giovanile. Che usufruisce degli stessi materiali, le stesse strumentazioni e lo stesso personale dei grandi. Anche se i ragazzi hanno anche loro dei nuovi fisioterapisti. Pure loro delle “promesse”. Nuove leve che magari tra qualche anno arriveranno in prima squadra. Insomma, uno staff secondo e nessuno, che per di più lavora in armonia. In sintonia perfetta con i giocatori. Aspetto indispensabile, visto che gli uni e gli altri sono a contatto sette giorni sette, alla media di otto ore al giorno. Staff medico, staff tecnico, squadra: un corpo unico che funziona anche a livello psicologico. Perché quello dell’infortunio è sempre un momento difficile. Ed è per questo che con i giocatori ci si parla e si cerca di tenere gli infortunati a stretto contatto con gli altri. Si fanno allenare nello stesso campo, per non farli sentire messi da parte. E i risultati si sono cominciati a vedere da subito. Lo dicono i numeri. Ad esempio quelli riportati a novembre dalla Gazzetta dello sport, che spiegano chiaramente come la Roma sia la quinta (ovvero l’ultima) tra le squadre di vertice come numero di infortuni e tempi di recupero. Cioè quella che ne subisce di meno tra le formazioni che giocano di più. Il vicepresidente della commissione medica dell’Uefa ha di recente detto che, per prevenire gli infortuni, non è più sufficiente un programma di allenamento specifico. E che a fare la differenza è l’intera struttura di dottori, fisioterapisti e preparatori. La Roma la differenza la sta già facendo. Da quasi due anni.