(Il Romanista - C.Zucchelli) Fa male. Fa male raccontare di una Roma che perde 5-3 in casa dell’Inter dopo una partita splendida, fatta sì di errori ma anche di giocate, colpi da campione, cuore, grinta e orgoglio.
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Cinque schiaffi e tutti a casa
(Il Romanista – C.Zucchelli) Fa male. Fa male raccontare di una Roma che perde 5-3 in casa dell’Inter dopo una partita splendida, fatta sì di errori ma anche di giocate, colpi da campione, cuore, grinta e orgoglio.
Non avrebbe meritato di perdere la squadra di Ranieri, capace di andare sotto, reagire, finire a un passo dal baratro e poi risorgere, quando meno te lo aspetti. Sfiorando l’impresa, che non arriva. Ne servirà un’altra, vera e propria, per combattere per lo scudetto: prima tappa battere il Napoli, sabato. Poi si vedrà. Anche se la Roma vista al Meazza è autorizzata a sognare. Basta solo che nessuno – nessuno – smetta di crederci. Ranieri si presenta a San Siro decidendo, fin dal primo minuto, di schierare le tre punte per giocarsi da subito la partita. In panchina nessun attaccante, ci sono tre centrocampisti (Taddei, Brighi e Greco) e anche Simone Loria, al debutto stagionale. Al 2’ la Roma si affaccia dalle parti di Julio Cesar: grande azione di Borriello che scarica a Vucinic, passaggio rapido per Menez, il cui tiro dal limite dell’area termina abbondantemente a lato. Al 3’ Inter in vantaggio: Sneijder prende palla sulla tre quarti, allarga per Maicon sulla destra che subito ridà palla all’olandese che, dal limite dell’area, trafigge con un gran sinistro Julio Sergio. Al 7’ Roma di nuovo in attacco, ma il tiro di Borriello viene respinto da Julio Cesar.
I giallorossi, nonostante lo choc per il gol subito a freddo, dimostrano di aver reagito, anche se nei primi minuti l’Inter è padrona del centrocampo. Al 13’ arriva il pareggio: grande azione di Vucinic sulla tre quarti che scarica sulla destra per l’accorrente Cassetti, cross teso al centro che anticipa tutti e mette alle spalle del portiere interista, proprio sotto agli occhi dei circa 250 tifosi romanisti sistemati sull’ultimo anello. Due minuti più tardi altra grande occasione per i giallorossi, ma Julio Cesar è strepitoso su Menez (due volte) e Borriello. Brivido al 22’ quando Sneijder calcia una punizione che Julio Sergio non trattiene ma Burdisso e Cassetti sono più rapidi a spazzare degli attaccanti nerazzurri. Anche Simplicio, alla mezzora, prova la botta da fuori per una doppietta che avrebbe fatto impazzire i romanisti, ma Julio Cesar fa buona guardia. Il suo connazionale romanista non è da meno e su un tiro ancora di Sneijder (primo tempo stellare il suo) è bravo a ribattere in angolo. La partita è vibrante: ancora Simplicio, dopo una triangolazione Menez- Vucinic, ha sui piedi la palla del raddoppio ma solo davanti a Julio Cesar va troppo sull’esterno e non riesce a concludere.
Dalla stessa posizione ci prova Vucinic, ma è ancora il portiere brasiliano a ribattere. L’Inter ritorna all’attacco e stavolta Eto’o riesce a segnare con un diagonale su cui Julio Sergio non è esente da colpe. E’ il 35’ ed è una mazzata per la Roma, bravissima fino a quel momento a mettere paura ai campioni d’Europa. Il cui pubblico rasenta il ridicolo quando Kharja stende Menez, Tagliavento ammonisce e vengono sventolati i fazzoletti bianchi stile panolada spagnola con tanto di cori “A Roma solo la Lazio”. Nel secondo tempo il primo tiro porta la firma di Riise dopo appena 45 secondi, ma il suo sinistro termina nella curva occupata dai tifosi interisti. La partita sembra finire al minuto 17 quando Burdisso viene espulso per aver steso Pazzini lanciato a rete dopo che la difesa giallorossa aveva sbagliato il fuorigioco.
Rigore inevitabile che Eto’o, neanche a dirlo, trasforma. E’ un danno doppio per la Roma, visto che anche Mexes sabato contro il Napoli non ci sarà per squalifica (a meno che non venga accolto il ricorso che verrà presentato tra oggi e domani). La Roma prova a reagire, ma l’Inter in contropiede è pericolosissima e al 26’, da calcio d’angolo, Thiago Motta, fino a quel momento il peggiore dei nerazzurri, firma il 4-1. La Roma però non demorde, almeno con la testa, e al 31’ Vucinic sfiora quel tanto che basta una punizione di De Rossi per spiazzare Julio Cesar e accorciare le distanze. E crederci ancora, perché al 35’ arriva il gol di Loria (sì, Loria) che realizza il 4- 3. Da quel momento, per 8 minuti, il sogno giallorosso riprende a farsi vivo, ma poi Cambiasso, al 45’ chiude i giochi sul 5-3, nonostante le proteste giallorosse per un fallo di Eto’o su Taddei. Finisce così e, come detto, fa male, perché della Roma scesa in campo a San Siro c’è da essere, comunque, orgogliosi. E da quest’orgoglio bisogna ripartire. Forza, Roma.
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