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Carboni, un calcio alla sfortuna

(Il Romanista – V.Meta) – L’ultima volta che era riuscito a giocare due partite di seguito da titolare al centro della difesa aveva al braccio la fascia da capitano degli Allievi Nazionali.

Redazione

(Il Romanista - V.Meta) - L’ultima volta che era riuscito a giocare due partite di seguito da titolare al centro della difesa aveva al braccio la fascia da capitano degli Allievi Nazionali.

Strana storia quella di Fabrizio Carboni, tre volte campione d’Italia con la Roma, tornato in campo dopo un anno e mezzo di infortuni in serie, che l’hanno costretto a stare fuori per quasi tutta la passata stagione e per la prima parte della presente. «Ora sto bene - ha detto sorridendo al termine della sfida di Coppa Italia con il Genoa -. Finalmente ho recuperato, sono riuscito a giocare due partite di seguito e sto crescendo. Spero sia finito tutto, non voglio pensarci più». Il "tutto" cui fa riferimento Carboni è l’odissea che ha attraversato dopo aver sollevato per primo la coppa scudetto con gli Allievi.

La sua prima stagione in Primavera non era iniziata male, certo non sempre aveva trovato posto al centro della difesa, chiuso dai più grandi Antei e Mladen, ma De Rossi lo aveva impiegato anche da terzino destro, visto che Sabelli era fermo per infortunio. Poi qualche problema muscolare a cavallo del 2011 gli è costato altre settimane ai margini, quando sembrava tutto alle spalle stava talmente bene che Montella a marzo aveva deciso di aggregarlo agli allenamenti della prima squadra durante la settimana. E proprio durante una di quelle partitelle Fabrizio scontrandosi con Brighi ha rimediato una dolorosa botta al piede con relativa radiografia dal referto impietoso: frattura al dito, due mesi di stop e rientro giusto in tempo per le finali scudetto, una panchina contro il Milan e basta, al punto che nelle foto di rito con la coppa l’ex bambino prodigio del Savio se n’è rimasto in disparte. E pensare che quello per lui era il tricolore numero tre, dopo quello sotto età con i Giovanissimi Nazionali e quello da capitano con gli invincibili Allievi ’93.

L’inizio della nuova stagione sembrava il momento giusto per voltare pagina, invece nella rifinitura prima della Supercoppa Italiana con la Fiorentina arriva lo stiramento che lo tiene fuori fino a un paio di settimane fa, con la prima convocazione arrivata soltanto dopo nove giornate. «Lasciamo stare - sospira Carboni -. Credevo di aver dato con gli infortuni e invece sono andato a stirarmi il giorno prima della partita con la Fiorentina. Adesso che finalmente ho superato anche questo, voglio pensare solo ad andare avanti». Chi gli è sempre stato accanto in questi mesi difficili è papà Mauro, già allenatore delle giovanili della Roma (due anni fa vinse il titolo regionale con i ’94) e ora sulla panchina del Palestrina, dove giocano l’altro campione d’Italia Guglielmo Amendola (in prestito) e Paolo Di Gioacchino, ex difensore dei ’92 e fratello maggiore di Luca, centrale degli Allievi. «Che può fare questa Primavera? Eh, chi lo sa - dice ridendo -. Fare bilanci adesso sarebbe stupido. Vediamo che sucede, ma certo i presupposti sono buoni...»