(Il Romanista-B.Devecchi) «Se facciamo una buona gara e vinciamo per noi cambia tutto, e gli ultimi mesi saranno diversi». Lui, invece, è sempre lo stesso. Per fortuna, bisogna dire, quando il lui in questione è Nicolas Burdisso, uno che va dritto per la sua strada e non fa distinzioni tra avversari,
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Burdisso: «La gara della svolta»
(Il Romanista-B.Devecchi) «Se facciamo una buona gara e vinciamo per noi cambia tutto, e gli ultimi mesi saranno diversi». Lui, invece, è sempre lo stesso. Per fortuna, bisogna dire, quando il lui in questione è Nicolas Burdisso, uno che va...
perché li affronta sempre allo stesso modo, allenatori, perché andarci d’accordo o meno non gli impedisce di dare meno del 100% o di dire in faccia ciò che pensa, perfino compagni, anche se si chiamano Francesco Totti a Cluj.
Nicolas Burdisso è una delle garanzie per una Roma che a Donetsk ha bisogno di aggrapparsi a qualcuno per cercare l’impresa. Lui suona la carica così, attraverso i microfoni di Sky: «Io sono fiducioso, perché siamo la Roma e non possiamo dimenticarlo. Abbiamo tanta storia, anche in questi ultimi anni, e poi perché la gara che dell’Olimpico l’abbiamo fatta noi, tranne quei dieci minuti. Penso a questa gara come ad una svolta. Se vinciamo cambia tutto». Qualcosa di grosso, però, è già cambiato. L’allenatore. «Il cambio di allenatore porta qualcosa di nuovo, cambiano le motivazioni, cambia il modo di giocare - dice Nicolas - Avevamo bisogno di qualcosa di nuovo. Ora siamo in un altro periodo e vogliamo fare bene». Lui si ritroverà a doverlo fare in un ruolo non suo, sulla fascia destra, vista la squalifica di Cassetti. Nessun problema, ma lui non farebbe problemi neanche se gli chiedessero di giocare in porta. E poi a Lecce è stato uno dei migliori nella precaria difesa giallorossa e in fondo anche quando la Roma ha vinto in casa del Milan ha giocato lì. «Io sono a disposizione, se il mister mi vuole far giocare lì sono pronto». Non ci sono dubbi. Lui ti dirà sempre che è pronto. Perché non si gioca come ci si allena, ma «si gioca come si vive», come ha detto lui stesso in faccia a Claudio Ranieri. L’ex tecnico lo ha rivelato nella discussa intervista all’Espresso. E Burdisso, interpellato a proposito dell’ormai ex allenatore, ne parla così: «Nello spogliatoio della Roma c’era armonia, si poteva lavorare bene e parlare, in tanti ci siamo confrontati con Ranieri, e in tutti noi è rimasto grande rispetto per lui. Poi è normale che in uno spogliatoio qualcuno litighi, anzi questo è uno dei gruppi più armoniosi».
Litigare e vincere, poi, lo dice la storia del calcio e di tutti gli sport di squadra, non sono due cose in contraddizione l’una con l’altra. Casomai ultimamente sono le parole "Lazio" e "vincere" che sono in contraddizione, visti i risultati degli ultimi 4 derby. Già, dopo Donetsk sarà ancora derby. «Ora pensiamo a Donetsk, poi c’è il derby. Non possiamo permetterci di non andare in zona Champions e sarà una lotta fino alla fine, sarà dura ma noi siamo forti » Siamo la Roma, come diceva lui stesso a inizio intervista. E allora dimostriamolo anche agli americani che stanno arrivando. Le ultime parole di Burdisso sono proprio per la situazione societaria: «L’arrivo degli americani? Non c’è stato un allentamento della tensione, in campo la tensione è sempre alta. Un cambio così potenzia il momento che sta vivendo una squadra: se stai bene vai meglio, se stai in bilico vai giù, ed è quello che è successo alla Roma». E’ il momento di tornare su.
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