(Il Romanista) - Marco Borriello l’aveva previsto già nella zona mista della Donbass Arena:«Domani per il rigore mi massacreranno». E così è stato. Nelle radio se ne è parlato, sui giornali idem, persino la televisione ucraina, ieri mattina, mostrava e rimostrava le immagini del penalty fallito.
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Borriello, ora il futuro non è più una certezza
(Il Romanista) – Marco Borriello l’aveva previsto già nella zona mista della Donbass Arena: «Domani per il rigore mi massacreranno». E così è stato. Nelle radio se ne è parlato, sui giornali idem, persino la televisione ucraina,...
Senza volergli buttare la croce addosso, la sensazione è che se quel pallone fosse entrato, la storia della partita (e forse dell’intera qualificazione) sarebbe potuta essere diversa. Un singolare commentatore della tv sportiva di Kiev, capelli biondo platino e cravatta con donne nude al collo, chiedeva ai suoi colleghi: «Secondo voi Borriello rimarrà alla Roma?». La domanda è più che lecita.
Arrivato l’ultimo giorno di mercato della scorsa estate, Marco ha firmato un contratto di quattro anni. E’ della Roma che, per riscattarlo, deve pagare al Milan dieci milioni. Non è una possibilità, ma un dovere, visto che la formula con cui è stato preso è quella del prestito con obbligo di riscatto. I contratti però, soprattutto in questi ultimi anni, spesso possono essere rivisitati e corretti e c’è già chi dice che l’attaccante sia al lavoro con i suoi legali per vedere se ci sia o meno la possibilità di lasciare Roma. Voci, al momento. Prima DiBenedetto diventerà presidente, poi se ne capirà di più. Sta di fatto però che la situazione di Borriello a Roma è tutt’altro che semplice: i gol ci sono, o almeno ci sono stati, visto che è più di un mese che non va in rete. Quello che manca, in realtà, è il feeling con lo spogliatoio. O almeno con parte di esso.
Non con Totti (a Natale hanno giocato insieme a carte, spesso cenano in compagnia) o De Rossi, quanto piuttosto con altri come Ménez o Vucinic, tanto per fare qualche nome. Con Montella, invece, il rapporto è buono, anche se la frecciatina di martedì sera («il nuovo allenatore ha cambiato il secondo rigorista senza avvertirmi») non è piaciuta a nessuno, dentro e fuori Trigoria. Un professionista però deve andare oltre queste cose. E deve andare anche oltre la delusione di un rigore fallito (che si sarebbe potuto evitare, visto che il portiere si era già buttato prima ancora che lui colpisse il pallone), per quanto importante. La faccia che aveva in campo dopo l’errore e quella con cui è passato in zona mista devono essere al più presto dimenticate. Per lui stesso e soprattutto per la Roma. Perché, sono i numeri che lo dicono, la stagione è cambiata quando Borriello ha smesso di segnare. E’ ora di fare, al più presto, il gol numero “25.001”. Come gli hanno chiesto, in modo non proprio civile, alcuni tifosi martedì notte in albergo. Lui ha replicato, poi ancora Perrotta ha provveduto a portarlo via. E a calmarlo definitivamente.
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