rassegna stampa roma

Borriello, erba di casa tua

(Il Romanista – P.Bruni) – Per lui, stasera, sarà quasi un derby. Una partita, quella di Marco Borriello, dal sapore particolare. Sei stagioni a Milanello, senza contare gli inizi nel settore giovanile, non si cancellano molto...

Redazione

(Il Romanista - P.Bruni) - Per lui, stasera, sarà quasi un derby. Una partita, quella di Marco Borriello, dal sapore particolare. Sei stagioni a Milanello, senza contare gli inizi nel settore giovanile, non si cancellano molto facilmente.

L’Inter, l’avversaria «più tosta e fastidiosa» che abbia incontrato in carriera, non è una fra le sue vittime preferite. In più di centosessanta apparizioni in serie A, l’attaccante napoletano è riuscito solamente una volta a segnare ai nerazzurri: il 19 marzo del 2008, quando ancora vestiva la maglia del Genoa. Un gol fantastico, in rovesciata, che lasciò impietrito Julio Cesar e regalò un pareggio inaspettato al Grifone. Un 1-1 che, per qualche strano scherzo del destino, fece sussultare e sognare i tifosi romanisti, impegnati nella “gufata” alla squadra di Roberto Mancini (in quel momento sulla panchina interista) lanciata verso lo scudetto. San Siro è il suo stadio, l’impianto che gli ha regalato gioie e successi, sorrisi e qualche lacrima. L’ultima vittoria della Roma al Meazza porta la sua firma, un rimpallo sullo stinco che servì per battere il Milan e far trascorrere un bel Natale dalle parti di Trigoria. Anche stavolta l’occasione è ghiotta, ghiottissima: non soltanto per rimpinguare il bottino personale, attestatosi sui dieci centri in campionato (quindici, fra tutte le competizioni stagionali) ma anche per sfatare questa stranissima “maledizione”. Quasi impensabile per un ragazzo a cui non manca nulla: colpo di testa, acrobazia, tecnica, sangue freddo, incoscienza e grande carica emotiva. “Capa tosta” come direbbero dalle sue parti. Uno “scugnizzo” capace di risorgere sempre ogni volta che è finito nel tunnel degli infortuni. E di contrattempi, fidatevi, in 28 anni di vita ne ha avuti tanti e non solamente calcistici. Una tenacia suffragata dalle statistiche, dalla storia personale e simpaticamente confermata pure dai sostenitori romanisti: “Anche se inciampa, la palla la mette dentro”. La stagione di Borriello, fino ad oggi, è stata anche oltre le aspettative. Prestazioni, gol e un forte senso d’appartenenza con la Città Eterna hanno contribuito a renderlo un punto fermo nelle scelte di Ranieri. Vederlo correre in campo, fare pressing, arrabbiarsi coi compagni quando non gli arriva un pallone giocabile o, meglio ancora, volare sotto la curva Sud dopo aver realizzato una rete (come contro la Lazio), sono fotogrammi impressi nella mente dei tifosi. Cartoline indelebili che l’hanno reso un beniamino degli innamorati della Magica. Leonardo lo conosce come le proprie tasche per averlo avuto in rosa quando allenava il diavolo rossonero, anche ieri, nella conferenza stampa pre-gara, non ha perso occasione per dimostrargli affetto e stima: «Borriello? E’ venuto fuori più tardi di quanto avrebbe dovuto. Nell’anno di Genova ha avuto la sua consacrazione, sono emerse tutte le sue qualità ed è diventato uno dei migliori giocatori italiani». Genova è il passato. Come Milano. Presente e futuro si chiamano Roma. Da qui, Marco può iniziare la sua rincorsa alla porta dell’Inter.