(La Gazzetta dello Sport - A.Catapano) - Avevano i soliti obiettivi — contestare i giocatori, insultare Rosella Sensi, approfittare del derby Primavera per dare la caccia a qualche collega laziale — e una prova di forza inedita: bloccare il pullman della squadra all’uscita del centro sportivo, impedirgli di raggiungere l’aeroporto.
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Assediata la Roma. Scontri degli ultrà e bombe carta
(La Gazzetta dello Sport – A.Catapano) – Avevano i soliti obiettivi — contestare i giocatori, insultare Rosella Sensi, approfittare del derby Primavera per dare la caccia a qualche collega laziale — e una prova di forza inedita:...
Qualcosa di più eclatante, insomma, delle urla, dei cori, dei calci alle macchine esibiti giovedì.
Sorpresa Tanto che l’appuntamento stavolta — e pure questa è una novità inquietante— era solo per i duri e puri, più grandicelli, gente d’esperienza, non i soliti ragazzini senza arte nè parte. Né soltanto i cosiddetti cani sciolti. Ma ultrà stagionati, con alle spalle anni di scontri, diffide, galera. C’erano i «senatori» della curva Sud, la vecchia guardia dei Fedayn e del Gruppo Primavalle. Mischiati ai cattivi della Nord, le nuove leve riunite nell’acronimo N. s. s. c. (Noi stessi senza compromessi), l’ala più oltranzista del tifo romanista, vecchi pregiudicati e giovani rampolli della Roma bene, così li descrive la Questura. Si erano organizzati bene, col passaparola, soprattutto in silenzio. Ma in certi ambienti, si sa, la discrezione non è mai abbastanza. Qualcuno ha parlato? Chi si è lasciato sfuggire quel particolare decisivo? Fatto sta che ieri mattina, quando in 200-250 sono piombati a Trigoria carichi di bombe carta e veleno, gli ha preso un colpo. Ad attenderli c’era già la polizia schierata con cinque blindati e una ottan- tina di agenti, la via di accesso al centro sportivo Fulvio Bernardini completamente transennata. È stata la Digos, venerdì, a intercettare la notizia e a lanciare l’allarme. Cosa avrebbero combinato se avessero avuto campo libero?
Guerriglia Perché con tutta la polizia che c’era, anzi forse proprio per questo, il bilancio dell’ennesima mattinata di follia romanista— con 10 minuti particolarmente cruenti intorno a mezzogiorno — racconta di una vera e propria guerriglia: quattro fermati, un arresto (un 32enne con precedenti per stupefacenti e reati contro il patrimonio), un provvedimento di Daspo, altre tre posizioni al vaglio della Scientifica. E poi, otto agenti feriti, un poliziotto colpito al polpaccio (ha perso parecchio sangue, ma non è grave), lancio di bastoni, bottiglie e una trentina di bombe carta (due sarebbero finite dentro il centro), forze dell’ordine attaccate e costrette a reagire con cariche di alleggerimento. A quel punto, fuggi fuggi generale per campi.
Amore, amore, amore Alla mezza, con le violenze già consumate e la decisione (poi ritirata, ma confermata dalle due società) di disputare il derby Primavera a porte chiuse, Ranieri si presenta in conferenza stampa. «Il momento è quello che è — dice—, e tifosi vogliono capire, è giusto che contestino. Vorrei lo facessero in modo pacifico, ma queste in fondo sono manifestazioni d’amore» . Inquietante e arrendevole, come quel che accade circa un’ora dopo, quando una delegazione di sette ultrà viene accolta — e non è la prima volta — dentro il centro da Riise, Borriello e i dirigenti (successivamente si unirà anche Ranieri). I sette fanno la voce grossa, chiedono «grinta, palle, onore, attaccamento, etc...» , i giocatori con la coda tra le gambe annuiscono e regalano maglie autografate. Alle quattro del pomeriggio, il pullman esce da Trigoria e viene scortato dalla polizia fin sulla pista dell’aeroporto di Fiumicino, giusto per evitare altre manifestazioni d’amore.
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