rassegna stampa roma

Altalena Doni: dalla contestazione alla resurrezione

(Gazzetta dello Sport – M.Cecchini) Quando stringerà la mano al dirimpettaio, magari Donieber Alexander Marangon al secolo calcistico semplicemente Doni potrebbe chiedere informazioni utili.

Redazione

(Gazzetta dello Sport – M.Cecchini) Quando stringerà la mano al dirimpettaio, magari Donieber Alexander Marangon al secolo calcistico semplicemente Doni potrebbe chiedere informazioni utili.

Francesco Antonioli infatti, dall’alto dei suoi 41 anni, potrebbe raccontargli come si vive sull’altalena dell’umore dei tifosi, cosa si prova nel passare dall’ essere chiamato «Batman» come protagonista di uno scudetto e poi dover quasi fuggire via perché contestato «a prescindere» .

LA FIDUCIA È un po’ la parabola che è toccata al portiere brasiliano, che domenica ritroverà un posto da titolare a causa della squalifica di Julio Sergio. Inutile nascondere che Doni vorrebbe ritagliarsi un ruolo da protagonista. Era stato uno dei punti di forza della Roma di Spalletti e poi, complice i fastidi (e quindi l’operazione) al ginocchio, si è ritrovato ad essere considerato un ingombro, un giocatore da mandare via anche a causa del suo ingaggio sostanzioso. Ma l’accantonamento, com’è noto, è avvenuto in modo spiacevole, perché corroborato da una campagna mediatica dai toni volgari, tant’è che il portiere a novembre ha ritenuto di dover querelare una delle tante emittenti locali del panorama romano, con l’imbarazzo di sapere che si tratta di una delle più vicine all’attuale proprietà giallorossa. Scelta non facile, quindi, ma premiata dal coraggio di Daniele De Rossi, che al termine della vittoriosa partita contro il Milan disse come Doni fosse stato vittime delle «follie» di Roma, cioè di una campagna orchestrata da alcuni «papponi che parlano alle radio, gli stessi che vogliono comandare a Trigoria» . Per l’azzurro, infatti, Doni «dopo Buffon» è il portiere più forte con cui ha mai giocato, dando così una sorta di benedizione al brasiliano in cerca di rilancio.

LA RUGGINE Ovvio, però, che l’aver giocato dal febbraio scorso una sola partita da titolare in campionato (proprio quella di San Siro contro il Milan), ha in qualche modo arrugginito Doni, che in effetti sia nell’amichevole contro l'Atletico Roma terzo gol), sia nel match di domenica contro la Sampdoria (secondo gol) non è parso reattivo come nei giorni migliori. Questione di abitudine, dicono a Trigoria. In ogni caso sarà meglio che la situazione si normalizzi in fretta, perché a Cesena si gioca una fetta importante della credibilità giallorossa. Brasile spaccato Tra l’altro, il gelo che esiste da mesi tra Julio Sergio e Doni ha coinvolto anche il clan dei brasiliani, che è spaccato a causa delle rispettive amicizie. In ogni caso, davanti a sé Doni domenica non avrà Mexes, perché la risonanza magnetica ha confermato l’elongazione al flessore della coscia destra, per cui il francese punta solo al derby di mercoledì prossimo in Coppa Italia con la Lazio. Si spera però che ce la faccia Juan, sottoposto ai fattori di crescita e quindi fermo fino a domani. Se anche il brasiliano fosse out, possibile che da centrale giochi Cassetti più che Guillermo Burdisso, con Rosi sulla fascia. Motivo in più per avere voglia del vero Doni.