rassegna stampa roma

A Vucinic basta un quarto d'ora

(Corriere dello Sport – P.Torri) Alzati, entra, segna, vinciamo. Più o meno è andata così con Mirko Vu­cinic.

Redazione

(Corriere dello Sport - P.Torri)Alzati, entra, segna, vinciamo.Più o meno è andata così con Mirko Vu­cinic.

Ottanta minuti in panchina con la faccia di chi fa fatica a capire le lo­giche del turnover che poi, se uno si va a rivedere i tabellini, tutto è meno che turnover totale. Poi,alzati, entra, se­gna, vinciamo.

Dieci minuti più recu­pero, un destro, un sinistro, tanti salu­ti al Catania, non dimenticando, co­munque, che quel destro è arrivato partendo da una posizione di fuorigio­co, roba di centimetri, comunque fuori­gioco per il terzo gol che ha regalato un sogno al popolo romanista, festeggiato una nuova esultanza, la stessa di un wrestler, John Cena, decisa per onora­re la scommessa con un’amica. Quarta e quinta rete per il montenegrino in campionato. Numeri che dopo sedici partite, potrebbero pure sembrare un ruolino di marcia non proprio esaltan­te. Non è proprio così. Perché i cinque gol di Vucinic sono arrivati in dieci pre­senze, cinque per tutti i novanta minu­ti, poi due volte sostituito, mentre in al­tre tre occasionialzati, entra, segna, vinciamo.Che con il montenegrino è quasi una garanzia. Era già accaduto nella sfida con l’Inter alla quinta gior­nata. Alzati, entra, segna, vinciamo, quattordici minuti (recupero escluso) in campo per materializzare quella ca­pocciata vincente dalla quale, di fatto, è ripartito il campionato della Roma. IL DATO -Siamo andati a rivederci tutti i tabellini delle diciotto gare di campio­nato giocate sino a questo momento. In cinque il montenegrino non c’era pro­prio,questione di una schiena che ogni tanto lo costringe a sdraiarsi sul lettino del fisioterapista. In tre è rimasto in panchina per tutti i novanta minuti. So­lo cinque le gare giocate per intero, due volte è stato sostituito, tre è subentrato. Sommando i minuti, recuperi esclusi, ha messo insieme 609’, dividendo fa una media di una rete ogni 121’ che dàuna dimensione tutta di­versa al suo personale tabellino dei marcatori. Che assume contorni an­cora più consistenti se si pensa che con Inter e, ie­ri, Catania, le sue reti hanno voluto dire vitto­ria, quattro punti in più in classifica che fanno tutta la differenza del mondo. AMAREZZA -Ci sarebbe da essere felici con que­sti numeri. Eppure il Vucinic che ieri è stato tra i primi a lasciare gli spogliatoi dell’Olimpico, è sembrato un giocatore piuttosto im­bronciato, quasi che non fosse succes­so tutto quello che era successo,alzati, entra, segna, vinciamo,un destro, un sinistro e tanti saluti al Catania.

Nessu­na voglia di parlare quando, al suo po­sto, chiunque si sarebbe tolto qualche sassolino dalla scarpa visto che ieri an­dava di moda. Niente, invece, una foto con una coppia di tifosi, poi via di cor­sa a casa, giusto poche battute per com­mentare un successo vitale per la sua Roma,«al di là dei miei gol, sono feli­ce per la vittoria e per i nostri tifosi ai quali auguro un grande 2011». SPERANZA -Per se stesso ha preferito tenersi dentro i suoi auguri. Che, non crediamo di sbagliare, sarebbero stati auguri per sentirsi un po’ più protago­nista in questa Roma dove, nel reparto offensivo, Claudio Ranieri prima di ogni partita fa la conta e alla fine, ma­gari sarà sfortuna, sono quasi sempre il monte­negrino o Totti a rima­nere in panchina. Diffi­cile da metabolizzare, anche solo ripensando al passato campionato, quattordici reti del montenegrino, una se­conda parte di stagione da assoluto protagoni­sta, autore di tutti o quasi i gol che hanno cullato un sogno chia­mato scudetto, Atalan­ta, la doppietta nel der­by, Bari, Chievo. Non vorremmo essere nei panni di Ranieri quan­do deve decidere chi mandare in cam­po. Borriello la butta sempre dentro, Menez è il cambio di passo di questa Roma, Totti è Totti, Vucinic è capace di fare la differenza, sempre. Se poi Adriano tornasse davvero Imperatore, allora sarebbe ancora più dura per il tecnico. Ma magari avercene in tutti i reparti problemi di questo tipo. Vor­rebbe dire davvero un grande 2011 per i tifosi giallorossi. Sperando che ci sia spazio per tutti, perché un Vucinic co­sì non può accontentarsi dialzati, en­tra, segna, vinciamo.