Il mancato utilizzo di Totti e le sue battute «so vecchietto» e «ma che ce fate più con me?» hanno fatto il resto. Surreale il sabato di Trigoria: intorno alle 11, seduto a bordo campo, il più forte giocatore della storia della Roma picconava ai microfoni Rai tecnico e club; circa un’ora e mezza più tardi, in sala stampa, Spalletti ne lodava l’impegno, annunciando la possibilità di schierarlo titolare contro i rosanero. Invece ieri mattina, dopo aver dormito entrambi a Trigoria, Spalletti è andato oltre al «buongiorno» rimandando Totti a casa. Del resto, dai milanisti Rivera e Maldini, sbattuti fuori dalla vita rossonera, ad Alex Del Piero, congedato da Agnelli proprio dopo aver offerto la sua disponibilità a firmare in bianco: l’ammaina bandiera italico è sempre a rischio strappo. Per Totti, ieri all’Olimpico e stamattina annunciato in campo a Trigoria, il problema può essere riassunto così: dentro alla maglia giallorossa nettamente più venduta, c’è ancora un calciatore. Ma a quasi 40 anni, nonostante la serietà professionale e un piede sempre magico, il fisico scricchiola. Esigenze di marketing più esigenze tecniche, uguale divorzio. Chissà se, almeno per salvare le apparenze davanti ai figli-tifosi, non venga messa una toppa-ipocrita che permetta un addio all’altezza della Storia.
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Totti e Roma, che brutto finale state scrivendo
Per Totti, ieri all’Olimpico e stamattina annunciato in campo a Trigoria, il problema può essere riassunto così: dentro alla maglia giallorossa nettamente più venduta, c’è ancora un calciatore
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